piccolo bastardo racconta 7

io ho nove anni e alzo le gonne alle femmine.
lo faccio nell’intervallo, quando non giochiamo con i tappi del latte. i tappi del latte noi ce li giochiamo a schiaffo come le figu. certo prima bisogna appiattirli per bene, i tappi del latte. i tappi del latte sono blu. una volta giachetti, il fratello della puzzona, che amico, ne ha trovato uno rosso una volta. solo che non se lo gioca mai. gli ho detto: te ne do dieci blu per il tuo rosso. no. gli ho detto: te ne do dieci. no. gli ho detto: allora quanto vale? mi ha detto: cento tappi blu e lo scudetto della juve, quello argentato. eh no, dico, giachetti, per chi mi hai preso. quello lì, quello argentato, vale solo lui cento figu, ché gli juventini son polli. giocatelo, gli ho detto, se vuoi, giocatelo. no. dai, giocatelo. no.
giachetti, che amico sei.
a giachetti piace daniela.
allora io gli ho detto: se alzo la gonna a daniela me lo dai il tappo rosso? non hai il coraggio mi ha detto. e in faccia è diventato come il tappo da cento: tutto rosso, e tondo, e appiattito per bene.
nessuno vuole mai giocare a schiaffo con giachetti perchè lui ha sempre le mani sudate e le figu o i tappi gli si appicciano alle mani e li tira su come s’avesse la colla, perché poi non scendono giù e non vale. a volte è sudato fino al gomito e gli si attacca tutto fino a lì, fino al gomito. anche le pagine del quaderno di bella gli si appiccicano al braccio. ha tutte le pagine come se il quaderno l’avesse lavato in lavatrice e asciugato con il fòn.
io quando alzi la gonna a una femmina lei fa dei gridolini e salta in avanti buttando le braccia lungo i fianchi per tirarla giù, senza aspettare la forza di gravità che farebbe comunque il suo lavoro. tutte le femmine fanno così. meno daniela che ti guarda e non dice niente. con daniela infatti non c’è gusto a tirarle su la gonna. anzi, un gusto ci deve essere ma io non ho ancora capito che gusto è.
allora è a lei che ho scritto un bigliettino per invitarla dopo la scuola a vederci per dirci certe cose di persona.
devo ricordarmi di chiedere a giachetti cosa le posso dire mai, di persona, che non posso dire in un bigliettino. sempre che giachetti lo sappia.
giachetti. che amico sei.
il tappo rosso glielo rubo. comunque.
puzzone lui e sua sorella.

con le femmine è così: è tutto emozionante la consegna del biglietto e l’attesa della risposta. tante volte lo fai consegnare da un amico tuo. dai un appuntamento per dire certe cose di persona, le scrivi. poi succede che all’uscita da scuola lei ti incrocia veloce e quasi sbattendoti contro ti schiaffa un bigliettino di risposta in mano. mandi via giachetti che vuol sapere troppo, ma non ti molla il tappo rosso, allora fila.
hai l’appuntamento per dire certe cose, di persona. hai giachetti. hai lo scudetto argentato. e di tutta questa roba non sai che fartene.
con le femmine e con giachetti è sempre così.

io ho nove anni. e a nove anni sai solo che se mentre cammini trovi un gradino ci salti sopra. sai solo che se devi andare da un posto a un altro ci vai di corsa. sai solo che c’è sempre un gioco da fare, anche con il niente di una discesa di garage, un pallone da tirare. sai solo che tutto è ingiusto e incomprensibile. ma ci corri, ci corri, ci corri incontro lo stesso.

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.