sciopero dei blog?

io invece di far sciopero, oggi, avrei organizzato un bel flash-mob alla feltrinelli di piazza cln, per dire. s’andava lì e ci si faceva dare una copia a testa di 1984 di orweliana memoria, e si leggeva ad alta voce un qualche passo significativo, tanto per tenersi in allenamento, tanto per ricordare che il grande fratello non è uno di canale5. e perché i cosiddetti blogger sono una percentuale infima di italiani e sono i restanti che devono essere informati di quello che succede.

anche perché a me sto coso alfano puzza tanto di arma di distrazione di massa. anzi, non di massa. quale massa? la massa mica usa internèt.
così, per dire, stamattina ho beccato un’intervista fasulla marchetta a una certa prestigiacomo, che sarebbe tipo ministro dell’ambiente, una che parla come fosse perennemente sotto pentotal, che diceva praticamente che era ora che tornassimo al nucleare! e il supposto giornalista, invece di fare delle domande si è preoccupato solo di montare bene il controcampo primo piano in cui annuisce interessato. non molto credibile. abbastanza ebete pure lui.

il nucleare, tsè. apparte che a me pare di ricordare fosse un capitolo chiuso dopo un certo referendum, già so che si risolverà nello spreco solito di soldi pubblici che finiranno nelle tasche di qualche mafia varia. un altro ponte sullo stretto, per dire.

e, tanto per dire, già che ci siamo, dopo il g8, potremmo impiantarla a onna una bella nuova centrale nucleare. no?

è che forse ha ragione paolo attivissimo: bisogna fare le cose. alzare il culo. smetterla di delegare. non ci servono leader, ci servono educazione e informazione.

tanto per dire.

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.

7 commenti su “sciopero dei blog?”

  1. la cultura del fare? Come il PresConsMin?
    (seriamente, sarebbe bello che da domani si vedesse un fiorire di iniziative, ma non ci credo per nulla. Conosco i miei polli)

  2. eh, appunto, caro .mau.
    ma più che la cultura del fare mi piacerebbe la cultura del partecipare, del non delegare, del prendersi la responsabilità e tutto il resto.

    il mio problema finito lo “sciopero” sarà: e adesso?

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