cose che mi lasciano secco

i vini con il tappo in finto sughero

vedere una targa con 000 dentro

i bambini che a cinque anni suonati non son ancora stati una volta sotto la pioggia battente
  a prendersela tutta
  senza pensarci

cogliere uno che mangia la pasta col pane

le femmine che usano la camera frontale del telefono per truccarsi

i tipi e le tipe che a forza di abbronzarsi non diventano marroni ma arancioni

quando dissi a mia mamma comprati un libro e lei si comprò “guida per leggere i sogni e vincere al lotto”. e lo lesse. tutto

pensare a tutti gli stramboidi che andavano a trovare salinger con delle domande profonde sui loro cazzo di problemi e venivano mandati affanculo

pensare a tutti gli stramboidi che andavano a trovare bukowski con un six-pack e venivano mandati affanculo. meno le birre

se mi chiedono se so che fine ha fatto fiordaliso

incontrare qualcuno che dice stick per dire ghiacciolo e che poi dice che ha nostalgia del calippo. alla fragola

passare ore a curiosare tra gli articoli di cartoleria

quelli che ti dicono dai poi alla fine la musica degli anni ottanta non era tutta brutta. fanno un tiro e ti citano a memoria l’intero testo di nostalgia canaglia. infine ti passano la canna e ti confessano seri: avrei voluto scriverla io stai stella stai di tozzi

quelli che su facebook hanno prima il cognome e poi il nome

guardare le auto che si fermano alle strisce solo se devono far attraversare le pedone belle.
le pedone belle che attraversando si compongono perché l’hanno capito

le ragazze con un fisico spettacolare ma brutte di faccia

sapere che stasera comunque, da qualche parte in qualche parte del mondo, bob dylan suonerà in concerto

quando mio padre smise di lasciarmi vincere a tennis. e vincevo lo stesso

le femmine con addosso le francesine tacco 12 e in borsa le paperine

i quarantenni che la notte continuano a cadere giù dal letto

quando un amico mi perdona anche se l’ho fatta grossa

quando lei ti dice sono tua, sono tutta tua

quando non faccio più manutenzione a qualcosa perché tanto so che la cambierò
  oppure perché so che duro ancora poco allora non val la pena di aggiustarla e me la tengo così

certe poesie che non sanno dove andare ma son lo stesso così belle

certe gambe, certi culi

trovare ancora oggi come quando ero bambino un biscotto ringo con una faccia montata all’incontrario

come mia figlia di cinque anni si tiene di lato i capelli lunghi mentre beve alla fontanella

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.