“sì, noi siam quei che bevono sopra la media, ma siam anche quei che si guardano per bene negli occhi, brindando, e a forza di farlo finisce che siam capaci, noi, di guardarle negli occhi sempre, le persone”

strelnik l'ha fatta di nuovo

ennesima iniziativa del toscanaccio geniale: 3 blog di separazione si chiama. ha dato anche un po' la colpa a me, certo, ma ha fatto lui il lavoro e se ci si reggerà in piedi ancora, se ne discorrerà al webbit. portate da bere (no coca-cola).

muliere

prendo il mio naso e lo ficco tra le cosce morbide e sottili della mi' muliera e di tra i flutti delle labbra di sotto le dico: "posso provare a urlare cose per sentire se c'è l'eco nella caverna?"

raduni blogger vari ed eventuali

me, mi piacerebbe di far una festa e invitare i bloggatori che mi piacciono, a me. la si fa in qualche posto da poveri, ci si incontra mangiando e bevendo, si va via conciati male. nessuna regola, ma vorrei poi aver conosciuto nessuno, bene, vorrei la confusione nella testa come quando siam arrivati e ci siam detti male i nomi, di tra la musica a troppo volume, ma vorrei così, più che altro, far una festa, di quelle che piacciono a me: musica musica musica. e i' che sarei poi il barista. vorrei magari poi poter legger le cose che dei miei bloggatori mi garbano parecchio e vorrei che gli altri facessero lo stesso, ma meglio di no, meglio girar con dei foglietti con su scritti i meglio post, da scambiarsi furtivamente, infilando le mani nelle tasche dell'altri, infilando bigliettini nei reggiseni, nell'elastico delle mutande, tra naso e occhiali. cose così.

deficienti!

spegnete quella televisione! testedicazzo che 'on siete altro!

noi che si porta

noi che si porta 'n giro corpi placidi
orecchie malmesse
pensieri pesanti un centinaio di chili
noi che si sbobinan paesaggi
e tinture d'odio
poi ci si guarda in faccia per bene
ed è bello ritrovarsi
coi segni bianchi delle gallerie
i bui delle notti passate a bere
i gialli accesi
dei semafori che non san se farci passare o no
(dal sonno al son io)

noi che s'è sempre rimast'indietro
che si perd'il treno
che si tralascia tutto
che si han le tasche sfondate
   e ricucite male
noi poi si guard'l mattino di tra le cupole
  rosate
    di tra i cuscini sgonfiati a colazione
noi periferici ricattati bevitori
noi poi si scende a questa fermata
e un altro giorno di tra i crampi allo stomaco
    sarà

oh donna dagl'occhiali rossi

dormiente di fronte a me
su 'sto treno
non fumatori
di scompartimento
oh!
donna dagl'occhiali rossi,
ueh!
donna!
oh donna!
sveglia!
eccoti, bene, ti guardi le unghie,
son belle?
curate morbide piene?
simmetriche senza bugie vitamine in mancanza?
e richiudi gli occhi
donna!
oh! ueh! ehi!
ah! rieccoti.
mastichi una gomma, adesso,
apri gli occhi, chiudi gli occhi
eviti il mio sguardo
cos'è, faccio schifo?
e cos'è quel sorrisetto sott'ai baffi?
derisione?
controll'il portafogli
il biglietto
la carta di credito
credo che t'annoi
e sei bella sì, sì che sei bella,
ti son spuntati pure i capezzoli da sott'a la maglietta
grigietta a costine fini
e lo so che ti tocchi i capelli, adesso,
l'arricci di fra un dito
solo com'a dire: lo vedi quanto son bella?
e'l tuo piedino che fa sueggiù com'ad annuire
fasciato da una scarpa marrone chiaro consumato

oh! donna dagl'orecchini rossi
intonati agl'occhiali, certo,
se poi la smetti di fissarmi, 'desso,
ch'hai capito che sto scrivendo di te,
oh! ueh! neh!

molla!

eh molla lì!

aggiustati pure la spallina del reggiseno con noncuranza
no, non te la do una mano,
e toccati pure le labbra con un dito
mentre genova brignole ci scappa via da sott'al culo,
lo so, neh, donna!
che il il posto accanto al mio sembra libero,
ma no, non ti ci puoi sedere sopra, manco a gamb'incrociate, manco senza pantaloni e maglietta, no, ho detto no, ho detto leva quella mano, guarda che chiamo il controllore, poi piantala che tieni la fede al dito, mutandine bianche e un motorola troppo all'avanguardia.

oh!
donna seduta al mio fianco, senza pantaloni,
siam chiusi in questo scompartimento m'è sol'un caso
e i' ho da pisciare, 'desso, e no, non me lo puoi scrollare
così ti convinci e te ne vai
donna che 'on si fa in tempo a scriver di te che ti monti la testa come pochi,
donna,
portatrice sana di caratteri sessuali primari esterni e genitali molto bellini.

ueh!

passo i giorni cercando di migliorare

ma peggiorare è un attimo.

sto in brontolo-mode

mi scrive una certa selvaggina87: "sei bravo, ma non fai ridere come brontolo". come glielo spiego che li odio i doppioni?

io ho paura

che qua finisce che ammaniti passa per uno scrittore di romanzi...

muliere

"muliera mia, a volte non so come faccio a starti distante..."
"grazie, amore!"
"poi vedo i tuoi gambaletti e me lo ricordo"

per piacere

se poi la piantate di scrivere "io stò", "egli fà", "un pò", "ero quì", con tutti 'sti accenti, porca puttana vacca merdosa e schifa, mi fate un fottuto d'un sacrosanto piacere. cosa vi costa di evitare di fare figure dimmerda?

(e se qualcuno s'azzarda a dirmi "sì, ma tu scrivi propio senza la erre", glielo scrivo con un pennarellone grosso grosso sulla fronte "MA IO LO FACCIO APPOSTA!". oltre alla licenza poetica ci vuol la consapevolezza, porcammerdaschifa.

intervista

pietro blogoltre m'ha fatto l'intervista. andate a leggerla perché è venuta su di un bene...

ci pensavo da un po'

ma 'on mi venivano le parole. manco a dirlo, hotel messico m'ha letto nel pensiero. inimitabile.

cartaigienicaweb #39

è uscito un nuovo numero dell'undergroundzine del titolo.

consiglio inoltre di andarsi a recuperare in libreria cartaigienicamag, la versione cartacea delle meglio cose.

ho cablato il cesso

un buco nel muro e via.

ora posso scrivere anche cagando.

se cercate un manuale

per vivere decentemente, sappiate che non ci sono molti manuali in giro, ce n'è uno solo. basta guardars'intorno.

guardar la mia muliera

e sapere che si potrebbe scriver un romanzo, sul guardarmela...

nuvole rapide

mi passano i subsonica su emmtivi e io non posso non pensare che loro scrivono inevitabilmente le loro canzoni solo immaginando l'effetto che faranno suonate da giancarlo ai murazzi...

arkangel è talmente brava

ma esagera. :o)z

6 gradi di separazione

cazzeggiando tra un blog e l'altro m'è venuto in mente che dovrebbe valere il teorema del film di cui il titolo, ovvero che ogni blog dovrebbe essere raggiungibile da ogni altro passando al massimo attraverso i link di altri sei blog. controesempio cercasi.

muliere

la chiamo e le dico: "ciao, mostriciattola pelosa! son la meglio telefonata che puoi ricevere..."

clic.

in tutto il vostro viver

apprezzate poi mai
certi bruciori di stomaco
alcuni disturbi della vista
sfocamenti di portata cosmica o perduta
nel cogliere il nesso tra figlio e padre

apprezzate poi mai
certi assoli di sassofono sul finire di cosa sarà di dalla e degregori
alcune serate passate sul pianerottolo dell'hotel messico
qualche sorpasso di nuvolari imperterrito e ramarro
nel calpestare velocità e avversari

apprezzate poi mai nel vostro vivere miserrimo
ché mi fate schifo, parecchio schifo, parecchio tutti quanti
siete senza un briciolo d'essenza
incapaci d'emozioni
perduti in partenza
siete polvere e resterete fango e merda

in tutto il vostro viver
siete così addormentati da sembrare morti
così io lo chiamerei poi no vivere
ma non so come lo chiamerei

io di per me continuo a strisciare

i' che son quel che s'accorto d'aver un blog d'improvviso...

ed era un giorno di sole, chepperò pioveva pure, insomma ricordo mica bene, era un giorno che uno mi scrive e mi dice, pressappoco, "ma che bel blog che tieni!", e io "cos'è che tengo? sarà mica una malattia?". malattia magari no, contagiosa magari sì. s'è diffuso il contagio bloghitico, centinaia di centinaia di centinaia di tipi 'mmalati di bloghite acuta.

vabbe', la faccio brevilinea, salto sul carrozzone pur'io, anche se continuo a postare "a mano", senza scriptini, senza motori e motorini, e con questo non è che voglio dire che son più genuino io che faccio le cose a mano, voglio solo dire che son talmente pigro da non decidermi mai a cambiar sistema. così finisce che finisco di finire di filtrare tutto a mano, archiviare tutto a mano, una mano lava l'altra, me ne lavo le mani.

poi, circa a novembre, mi son rott'i maroni, e ho rifatto la capopagina, e ho continuato a prendere appunti e pubblicarli, come quando ho cominciato, ma ho levato le date. invece dei giorni ho messo dei titoli. ho cercato di deblogmizzare la mia capopagina. so bene no, adesso, a 'sser sincero, cos'è di preciso che volevo dire con questo... ah. adesso ricordo.

poi leggo lapizia che ha letto il libro della mazzucato, francesca, diario di una blogger, operazione meramente commerciale e inutile, che ho già avuto modo di disprezzare, non manca mai il materiale da disprezzo, ma preferirei quello da deprezzo, poi son depresso e mi stresso per niente e la smetto.

oggi mi si chiami dottor divago. con la poca fantasia che mi port'appresso.

comunque, son contento che lapizia gliè venut' da vomitare, leggere quell'aggeggio di libro.

comunque poi strelnikov quel malandrino parla di blog age. ci vado, 'on ci vado.

vabe'. ho detto che la facevo breve. magari la prossima volta mi do il permesso di dilungare, stringere e strizzare mi piace, m'a volte anche dilungare sarebbe mica una pessima idea, no?

era per dire che ho letto qui e là le cose, tutte belle, tutte ben scritte, e tutto questo calderone di letture di idee sparse, ben scritte, eh, sempre ben scritte, e belle da leggere, tutto 'sto pentolone, mi ha attivato dei neuroni nella testa (e dov'altro?), m'h'attivato, insomma, ho fatto delle pensate, così volevo far che provare a dirvele, ma il risultato si vede. ehm. nella mia testa suonavano meglio, ' assicuro.

scoperto per caso

www.vogliopagare.com e www.cinico.net

roman polanski

roman polanski.

sgominati dal dolore

ci ficchiamo in tasca le pasticche
per dormire
   meglio
più profondi
paradisiaci e fecondi

sgomberati dal tremore
di star al mondo
e non saper
come si sbatte la testa
contr'al muro
non averne idea
non conoscer la tecnica
della capoccia su' mattoni

lasciarsi sempre appresso briciole
le tracce scomode del nostro passaggio
e aspettare tutt'il tempo una donna
buona da baciare
e una vodka, con ghiaccio, da sbevazzare
restare con le spalle appena nate
drizzate verso un pelo più folto
di note di tango
argentino
o mattutino
o quel che ne resta da dire
da ridire
da ridere
ripieni di risposte date male
poveri di alberghi compiaciuti
e brutti
brutti e sporchi di menzogne
come passar le dita tra 'na camicetta e un reggiseno
quest'apribottiglie che non funziona
e il suono d'un sassofono stregato vien fuori da quell'aggeggio
inutile

aver delle domande appes'ai baffi

(poi la guardi andare via
e ti sembra che 'on riesci manco più
a trovar un modo decente d'infilare le mani nelle tasche
   o disallocare via un numero di telefono del cazzo)

tutto quel che abbiamo perso
l'abbiam poi perso per davvero,
o l'avevamo mai avuto?

troveremo mai quel che andiamo cercando
o abbiam mai cercato niente
'bbiam mai avuto molliche da gettarci dietro

ci berrò sopra
(poi vi dico)

strelnik

m'ha gustosamente nomato signore degl'apostrofi.

improvviso deciso impreciso

donna mia passata
t'entrerei nel naso
giusto per farmi un giro
nel luna park de' sentimenti tuoi
giusto per starti ancora un poco dentro
intrappolato
nell'eremo tuo disordinato
delle canzoni che sapevi mai
riconoscere
delle straniere emozioni
che sapevi poi sempre portarti appresso
severe
e cangianti
come primavere di sguardi
tuoi
davanti al sole
all'aria fresca
all'inappetenza
alla montagna
da raggiungere a tutti i costi
la montagna galeotta che c'unì un giorno di scottature
come le tue multe
tramviarie ferroviarie parcheggiatorie bollettarie

donna mia passata
lo sai
che passerai mai
lontana da' miei artigli
di lontra appena nata
di bradipo della seconda ora
t'afferrerò sempre
risalirò il tempo addietro
ti solleticherò il di dietro
e saprai già che son ancora solo io

arsenizzazioni

ho raccolto in una pagina le mie molto molto libere traduzioni.

stassera

andrò a cena da un'amica mia, m'arriverò già poco lucido di mio, per tutto il gin di questo pomeriggio, e questo forse non mi tratterrà dal combinarne una delle mie, tipo dire la verità, per quanto male possa fare. succede che a bere molto uno poi 'on sappia fare altro che dire la verità. succede.

fate il conto

del tempo della vostra vita. fate il conto e magari, se siete perduti del tutto no, scoprite che il tempo della manutenzione della vostra vita supera il tempo di tutto il resto. nella teoria dei sistemi operativi lo chiamano trash-time, ovvero il tempo che il sistema occupa per scambiare i processi e occuparsi del contorno. quando il trash-time supera una certa soglia, non vale più la pena, il sistema non vale la candela.

l'avete fatto, il conto? allora, l'avete scoperto quanto tempo dedicate alla vostra vita? vi siete accorti d'esser presenti mai, alla vostra vita? chi avete incontrato, ieri? cosa avete detto? tutto il tempo di cui non c'è ricordo è tempo che non è stato. alla fine la vostra vita non è stata.

(e 'desso mi tocca ripiegare sul gin puro, visto ch'ho finito sia martini rosso che campari)

l'altra sera

' preso su, dall'armadio, la mia camicia viola vecchia di tredicianni, l'ho messa addosso, sotto la mia giacca da poeta, grigia, olimpus digitale nel tascapane, grigio, tra cartine e tabacco van nelle, e via al teatro regio di torino, a spupazzarmi vinicio capossela dal vivo.

e niente, volevo dire, ' voi che non c'eravate: cazzi vostri.

(niente vinicio che salta fuori conciato da monarca con tanto di corona in testa, corona che diventa un volante, niente vinicio che stringe a sè il microfono e ci balla insieme manco fosse una femmina mozzafiato, che infila monetine nel pianoforte per farlo suonare strano, niente bis con la gente che fa invasione di campo, al regio, giù per i sedili in velluto rosso, fin sotto il palco, niente improvvisazioni di parole su tornando a casa, niente luciana littizzetto tra il pubblico che batte le mani a tempo... approposito, giusto per far il gene gnocchi, sapevate voi che la littizzetto dal vivo è la quasi la metà?)

sto in "arkangel-mode"

stimare l'azzeramento del tempo libero misurando il numero di giorni che ci metto a levare dal package ups l'ultima adventure grafica lucas-arts dopo acquisto on-line.

nonstante tutto allestirei retrospettive telegrafiche.

ommadonna!

scopro che il nove aprile esce il "primo libro romanzo sui blog". indovinate chi c'ha 'vuto il coraggio, perlammiseriaschifa!

non è che sia sempre un piacere

scrivere, chevvicredete?

vi credete che sia facile doversi interrompere continuamente per appuntarsi un'idea, bloccarsi d'in mezzo a una strada, tirare fuori il taccuino, penna, scribacchiare tutto sconnesso, rimettere via taccuino, riprendere il cammino, poi rifermarsi per riappuntarsi una fottuta sola parola, o una cazzo di virgola che t'è venut'in mente di togliere da una cagata di pagina ch'hai già corretto quattrocento milioni di volte prima.

vi credete che sia facile venire continuamente interrotti da parenti, amici, femmine, fidanzate, muliere, telefoni, mail, citofoni, cagate, mentre si sta lì intenti a scrivere capolavori inauditi.

son lo scrittore interrotto.
(rubo l'ennesima espressione al dottor K. e dico: scrivo a tratti)

muliere

- lo sai che ti puzzano le ascelle?
- sì, lo so, muliera mia...
- lo sai che mi piace la tua puzza delle ascelle, calda fragrante e speziata?
- sì che lo, muliera, è così che vi frego a voi femmine...

mi scrive bob del circo musicante di jack bannister

"Buondì Arsenio.
Domenica sera avevo litigato di brutto con la bambina. Proprio di brutto. Ho riempito la vasca di acqua bollente, ho stappato un grignolino e sono rimasto lì, col culo a mollo a godermi quel gusto tanninico da retropalato di rabbia ed eroica solitudine che consente ai bluesmen falliti di razzolare nella musica che hanno in testa. Era il momento delle decisioni: vado a vedere lo spettacolo di Arsenio, bevo come ai vecchi tempi, molesto le cameriere, mi faccio sbattere fuori, vado al Rimba, bevo come ai vecchi tempi, molesto le clienti, mi faccio sbattere...
Invece la bambina mi telefonò e mi offrì la pace: era d'uopo evitare ispezioni onu (sono l'unico autorizzato farle), intavolai il negoziato, lo persi e mi precipitai da lei.
Quindi - ancora - ciao le balle al tuo spettacolo e al resto del programma serale.
Come te la passi? Ogni tanto - quando riesco - passo dal tuo sito e agito la mano per salutare: sembra una città vista dal cavalcavia di un'autostrada, e ha l'aria di avere venditori di palloncini, ferramenta e bar."

c'è problema no, bob, le bambine, femmine o muliere, van messe in prima fila, tipo concerto rock, a vedere bene, a esser schiacciate da noi che si preme da dietro, o sulle spalle, che quelli dietro poi si lamentano e le tirano giù a forza di bottigliate, di plastica o cosa.

che valgon le tue parole meglio, forse, della tua presenza allo spettacolo, ch'è stato regalato male, ma ti vedo nella vasca a scorreggiar motti da bassifondi, strimpellando con la lingua una chitarra di capelli biondi. immaginati o che.

che il blues sia con te. e con me. (buco un paio di palloncini a nome tuo, ti saluto il ferramenta, e ti offrirò un negroni di quelli miei, un giorno di questi prossimi, venturi, sul bar del cavalcavia a strapiombo sui nostri desideri rotti)

muliere

- te non lo sai mica quanto ti amo, muliera mia, te non lo sai, mica.
- no, che non lo so. perché?
- PERCHE' TE NON STUDI! ECCO PERCHE'!

il riassunto della situazione

nostra mondiale, lo potete trovare qui.