“mai avuto 1 dubbio sulla mia immortalità letteraria: scrivendo son nato, così mi trascinerò fin al forno crematorio. solo, sarò uno postumo, come scrittore, sarò tipo un doposbronza”

monumenti

' lettt'in giro: "GIULIO MOZZI, ormai un Monumento della Letteratura Italiana di Tutti i Tempi, ha 42 anni e ha scritto una sfilza di libri che a metterli tutti diventiamo matti. Sappiate solo che è uno dei Nuovi Mostri Sacri. E guai a chi ce lo tocca (con le mattane e tutto)"

forte.

ah, oh, e tiziano ferro è tornato al festivalbar, e lo dico con ammirazione, lo dico con fifty-cent in my pocket...
(50cent al festivalbar compare e mi pare uno sfigato, propio. sarann'i colori, saranno le luci, ma su mtv pareva propio cattivo, propio. ohh. su italia1 pare uno con la tuta da ginnastica comprata dalla mamma pensata per la crescita, sarà l'italia uno)

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il bianco ti dona, muliera mia

avevi mutande bianche di per in mezz'al culo e sapori vari
di saponi anali
t'ho morsicata di traverso e il mio scrivere n'ha goduto
stile pitbull, 'ttaccato al ramo del tuo sbracciare a raffica
m'avevi reggiseno bianco,
calzette bianche
'mmacolata perizia concepita sfasata
da barbiturico scaduto
e la liquirizia nera presa nel perizoma
fatta di con qualche pelino rimastom'in mezz'ai denti
m'ha distratto quel tanto
da poterne raccontare a versi

(con téma di smentita)

donna femmina che porti i capelli a gondola
che strapp'i miei peli dalle mani e dalle orecchie
prendimi per le ossa
agganciat'a tutti i lombi miei che riesci a trovare,
aggrappati gongola
alle maniglie, all'amore,
e trasporta il mio liquido di vino
fin al callilfugo maligno del mattino,
getta quel che resta del giorno ai corvi ai malati ai minorati etici
e compòrtati da donna
etnica
gonna corta e tacchi lunghi fin'al pomeriggio inoltrato
prenditi un'anima, tecnica, e un corpo perfetto
ma senz'esagerare, col reggipetto cinico, traforato di pertugi camusi
o gentili
e ricopriti di sbadigli
e badìli di furore, compiaciuto,
con qualche fiore innestato di tartùfo, di strafòro, di per un fianco, fin al controcanto mestizio dell'uomo
il ragazzo il bambino
che c'è passato sopra al tu'orifizio cardiaco
al tuo cuore idilliaco
e viaggia con un bradipo 'ttaccato all'orecchio
la musica disperata a forma di coltello
le cosce da odalisca e certi posaceneri d'amianto
d'un amato peloso cavernicolo con troppo cazzo
   o poco
così abbi la voce grotta aperta alla stevie nicks
la rotta perduta spada tratta tipo un dado
cedi al laconico urlo del ritmo regalato da 'n partìto
salutaci tutti quanti noi perduti
           limitati tropicali rotolati giù dalle scale
 pettinàti aerodinamici praticamente privi di cx
e concedimi, amica mia alcolica,
quel tuo velo umido pastoso di lumaca e comica

si può morir

d'undici settembre, sopr'un grattacielo di mosche non ebree, sott'a un pianoforte arabo di poche pretese, che le suona a suon di trombe d'aria, per 'ver detto la verità su chi è terrorista, e chi no,
di banca mondiale, e fondo monetario, e 'nternazionale,
d'un virus ch'è mai stato isolato, o visto, o innocuo, tipo l'HIV,
d'handicap, di sindrome di down, di parkinson, d'altzeimer, di deficit d'attenzione iperattivo,
di metilfenidato, d'anfetaminosimili, somministrato s'hai tre anni e piangi sopra gli standard di sopportazione di tua madre,
di CIA, se sei vietnamita, nicaraguense, salvadoregno, irakeno, iraniano, kosovaro, partigiano,
d'encefalopatia spongiforme e bovina, e derivati, da vent'anni a questa parte (di prioni siam ripieni e manco lo sappiamo, prioni, quei del salto della specie, che muoion no manco bolliti a cinquecento gradi),
di povertà, nell'ottanta per cento del caso,
di radiattività, passando per l'atollo bikini, in bikini, nudi, con l'impermeabile, la muta, la tuta spaziale, passando per bassora, baghdad, kabul (da qui a i prossimi 4,5 MILIARDI di anni) co' il contatore geiger 'nfilato su per il culo,
di sindacati malmenati dai padroni, multinazionali e miliardari,
d'FBI, se gli serve loro di far bella figura, ti sparan in gola alle spalle e ti truccan da serial killer,
di papa, quel con la mitra, che spost'i capitali per cardinali, picciotti e due propagandatori, che ti togl'il preservativo dal cazzo e ti lascia paonazzo col tu' seme in una mano, e nell'altra sempre la pillolett'azzurra,
d'amministrazioni usa,
d'oleodotti,
d'evolution,
d'intoccabilità (basta starsene cast'in india, chiedetelo al buon gandhi, portandogli un succo d'arancia, certo)
di coca-cola,
di petrolio sulla testa e dentr'al piatto,
di movimenti azionari, cacche d'uccello, brogli elettorali, schede perforate, programmatori minchioni,
di guerra, 'nquinamenti, religioni, cancri, mal di testa, ustioni morali, condann'a morte, proteine, dna venuti male, riprovati, rivenuti male, ririprovati, ririvenuti male, e così via.

e così, via.

si può morir d'epatoma, certo, certo che si può morir d'epatoma. e brindo alla vostra, di salute, perché si dice: di qualcosa si deve pur morire.

sì.

certo.

è ch'al giorno d'oggi, c'è troppa scelta.

m'andate a sbirciare

che disegni semplicemente meravigliosi ha tirato fuori simone come copertine di zizzania e casa_coppino...

gente, c'è più no john ritter

il jack tripper di tre cuori in affitto. è morto sul set di una sit-com l'altro giovedì a cinquantacinque anni. la notizia l'ho appresa per caso da gnueconomy, che non mi ricordo più se è un sito buono o cattivo. devo chiedere a proserpina, lei sa tutto. comunque volevo dire che mi dispiace parecchio, che se ne sia andato, john ritter. però, mi piace che almeno sia morto mentre recitava. un po' come son rimasto contento che senna almeno è morto sulla sua monoposto. non so se mi son spiegato bene, comunque pure a me mi piacerebbe di morire seduto davanti a un computer, crollando con la testa sulla tastiera, scrivendo quindi col naso le ultime parole (probabilmente incomprensibili) della mia vita. qualcosa tipo: ujjrjiejkhki (ahi! ho fatto la prova)

aver no bisogno d'andare avanti

leggete un poco questo: Earth will expire in 2050.

non riuscire ' andare avanti

una settimana e aver scritt'un cazzo.
tener una testa di sopra 'l collo come soprammobile, ' prender polvere. tener la penna in mano e scribacchiar sulla tastiera, spremendo tasti a caso, con un foglio di carta sotto, per veder se s'ha una tastiera-carbone, se vien su una spremuta di parole. e'l foglio è restato bianco come quando l'hai ficcato sotto la tastiera, ch'adesso è bella imbrattata tutta.
dici: scrivo una canzone, ma non una roba da vomito, una roba forte, alla moltheni. poi trovo chi la canta. poi non scrivo la canzone, ché non mi viene.
dici: cerco ispirazione. metti su le clark beige polverose di anni, ci cammini sopra per la città, con un libro in mano, sempre con un libro in mano, la fiaschetta nell'altra, nell'altra sempre la fiaschetta, ci cammini sopra anche all'indietro, in retromarcia, per consumar la suola dall'altro lato, ma serv'a niente, serv'a niente.
dici: cerco cospirazione. metti su un disco dei cure, ripensi ai tempi passati belli ch'eri giovane e bello e disarmato con le femmine e la camicia ti sventolava sulla strada percossa dal vento e nei capelli quell'alito divino e cosa potevi chiedere di più, eri giovane e svolazzante di farfalla in farfalla treppuntini.
dici. ma no.
dici: telefono a quella femmina là. mi faccio dare due consigli, un'idea e una coccola delle sue, da oratrice.
e niente, ti sei 'ddormentato.
si può no, 'ndar avanti, così.

novità

' rimesso un po' a posto.

ci son nuovi due piccoli racconti bastardi, ma il 16 lo trovate solo in libreria su cartaigienicamag. ci son qualche nuova poesiola. datevi da fare, poltròni.

non mi piace di parlare

e ho mai niente da dire, i'.

però.

mi van poco a genio
i ritorni
e gli scontorni,
le previsioni
gli stormi e i contorni di carne
ma si deve vivere
e io sorrido,
come dice un certo corano,
sorrido e divento felice,
sorrido e mi vien la paresi permanente del muscolo facciale,
concludo poco i ragionamenti
ma male no
telefono a casaccio
ho molti dubbi
ma molti li ho no,
dubbi,
quei che si devon avere,
(' dubbi omologati).

poi
dio esiste e sorride.

e la pace si trovi una sedia accant'a voi.

o genio! genio delle mie braghe

tu ch'esaudisci i desideri di noi squinternati 'nutili e dannosi, mi esaudiresti questo piccolo desiderio?
sarebbe che mi piacerebbe che qualcosa o qualcuno levasse il nome di stanley kubrick dai titoli del film "A.I. intelligenza artificiale". grazie.

superquark et similia

quando l'intervallo di tempo necessario perché tre cubetti di ghiaccio in un bicchiere si sciolgano del tutto (fenomeno della fusione) è minore o uguale al tempo che ci metto a preparare un negoi (secondo la mia nomenclatura) vuol dire che fa VERAMENTE caldo a casetta mia...

chiedo di molto scusa

se ho risposto no a qualche mail, ma ho scoperto che funziona mica più la mia casella arsenio@bravuomo.it. domattina chiedo spiegazioni al mio provider.

nel frattempo, buonanotte e sogni d'oro, piccoli fiorellini colorati di colori pastello di questo vasto campo di prati ch'è il mondo fatato dove tutti noi, cuccioli appena nati, viviamo e calpestiamo le aiuole, fiorite, di piccoli fiori di plastica colorata pastello e non vedo l'ora che sia tempo per il prossimo caffellatte.

ah. volevo aggiungere per chi so io la seguente frase: C'HO PREEEEEEESOOOOO!!!

ahem...