an arsenio bravuomo production 2002 - corretta infine il 17.09.2002

daccapo oppure parlami

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scusate, ma il tempo mi è passato sopra e io son rimasto indietro con 'sto coso infinito.

così seduto sull'orlo dei miei pensieri (o meglio: sul baratro!), mi sovviene di quella volta che da bambino eravamo sull'autostrada di ritorno verso casa da un viaggio fatto con i miei genitori e mia sorella, ed era una giornata magnifica, era davvero una magnifica giornata, ed era verso il tramonto che stavamo andando, quindi forse provenivamo da est, il tramonto incombeva all'orizzonte e c'era una profondissima e nerissima coltre di nubi che sibilava all'orizzonte, striata di arancione per colpa del sole che scendeva giù. e insomma, quelle nubi sembravano sfidare il cielo, mi mettevano addosso un terrore ancestrale, penso anche di aver pregato, nell'ingenuità dei miei undici anni, di aver pregato che non fosse la fine del mondo il punto verso cui ci stavamo dirigendo. ero piccolo sì, ma già abbastanza grande per avere dei ricordi. quel che si dice un passato. certo, non ne avevo ancora la percezione, come l'ho adesso, come l'ho adesso mentre parlo al telefono con una voce che proviene da lì, dal passato, da quello mio. anche se recente.

ed è ania.

ed è a lei che attacco il telefono in faccia. non vi sto ad annoiare coi perché e i percome.

ho nessuna, dico nessuna, intenzione, oggi, di rimanere sobrio. fatevi due conti...
mi riempio di tutto quello che c'è rimasto in casa, non lavo i piatti, domani devo lavorare ma non me ne frega un cazzo.
in qualche modo mi sveglierò.
mangio qualcosa giusto per riuscire a prolungare lo stato d'ebbrezza in arrivo. nelle orecchie ho una playlist tutta anni ottanta, dagli erasure a den arrow, passando per i propaganda, i novecento, gazebo, nu shooz, vanessa paradis e rick astley.

preghiera: ho paura che ci sia una spiegazione semplice. voglio dire: che ci sia una spiegazione semplice a tutto. ho paura di aver sprecato tempo a cercare di capire, quando c'è ben poco da capire e tutto è poi così semplice. ho paura che ci sia una spiegazione per tutto. di questo ho davvero paura.

brindiamo: alla trippa per gatti, finché ce n'è...

riflessione: devo averla ereditata da mio padre questa mia grossa capacità di combinare casini con le donne.

la frasedelgiorno è:

"non mi ricordo piuuuuù...
se qualche volta smettevano di toccarci
e accarezzarci"
(Daniele Silvestri, Amore mio)

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