an arsenio bravuomo production 2002 - corretta infine il 17.09.2002

daccapo oppure parlami

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gli ultimi giorni non hanno portato eventi importanti. io mi sono seppellito dietro parole e bicchieri. ma devo proprio dirvelo: con ania non c'è proprio più speranza e il mio corpo si sta lamentando di tutto questo dolorare. sta durando troppo questa sofferenza.
poi, oggi, tra una cosa e l'altra, ho fatto che andare a trovare ania. dal primo momento in cui sono entrato in casa sua ho avuto la netta sensazione che quella era l'ultima volta che mi levavo le scarpe lì da lei.

abbiamo parlato certo, del più e del meno, abbiamo riso e abbiamo scherzato e le mie pulsazioni erano a posto. ma la sensazione da ultima volta non se n'è andata proprio.

volevo solo camminare
solo camminare nella notte oscura
e pelosa di stelle

ero affamato e stanco e peloso

perché io volevo solo camminare
senza romantiche ambizioni
alla ricerca di una vergine incallita

maestosamente solitario
nella inasprita luce lunare
per una qualche ragione donchisciottesca,
imperdonabile che non sono altro,
sono uscito senza neanche una matita

e ti penserei cinque minuti
interruttore del mio cuore
ma ho corrente per soli sei secondi
e voglio rivederti
prima di svanire

così uscendo da casa sua ho proprio tirato un sospiro di sollievo, sapete, una cosa tipo dopo una di quelle cagate oceaniche, una di quelle cagate che ti alzi e pesi tre chili di meno. mi sono detto: son passati i tempi in cui ti dicevi: "mai piaciuti occhi grandi, biondi capelli, tette piccole, baci senza lingua, quindi io questa l'amo davvero." finiti, quei tempi lì.

tornandomene a casa ho fatto alcune pensate delle mie (mischiate a canzoni rock e reggae) e mi sono accorto che da quando ho lasciato marie me sono rimasto lì a vivere col cuore incellofanato e ania era il doppio strato di cellofan.

tornavo a casa sospirando di sollievo, ma ho avuto il dubbio che non fosse proprio tutto a posto. pensavo: "sarà..."

sarà, ma oggi l'umanità, ovvero l'essere umano, mi fa schifo. vi conviene non rivolgermi la parola, oggi. se proprio non potete farne a meno, siate brevi. se proprio non potete fare a meno di essere brevi, allora ho proprio ragione: l'umanità fa schifo.

ho pillole contro l'alito pesante, ho una collezione invidiabile di jpeg manga sotto il naso, ho salute e tanto gin in corpo da far schiattare un rinoceronte, e non sono contento. ho amici che mi vogliono bene e non sono contento. pure la musica è perfetta, struggente al punto che piace a me, ma non sono contento. sarà che non sarò contento mai. non va niente bene, nonostante la cagata oceanica.

una riga di cinismo: le persone vanno e vengono. restano solo bei ricordi.

la frasedelgiorno è:

"I wish I was special, so fucking special" radiohead

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