an arsenio bravuomo production 2002 - corretta infine il 17.09.2002

daccapo oppure parlami

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mi basta appena mezzo litro di vino rosso per trasformarmi in un tremendo sentimentale. di colpo tutto è bello e romantico, tutto è degno d'amore, la musica è celestiale e le persone meritano di essere prese sul serio.
pazzesco cosa mi fa un po' di vino rosso.

ve l'ho già raccontato di quando stavo nel bagno di ania, io sul cesso lei davanti allo specchio, che io le parlavo dei miei più intimi e peccaminosi imbarazzanti segreti e lei si pettinava le ciglia con uno spazzolino da denti a setole morbide, e mentre io ignaro e ingenuo continuavo a strapparmi le viscere per presentargliele in tutta la loro carnale umanità, lei era passata a strapparsi i peli superflui situati sopra il labbro superiore? vabbe', davanti a una scena del genere, alla sua totale appartenenza al teatro dell'assurdo, considerai seriamente la possibilità di sposarla. è stata una delle cagate più emozionanti della mia vita scorreggiona...

ma niente. come dice il saggio: non è tutto rosa e fiori quello che luccica...

mentre voi siete qui che leggete i fatti miei sto lavorando al romanzo, titolo provvisorio "Essential Arsenio". della storia non vi racconto niente. magari lo faccio diventare un e-book e poi ve lo potete scaricare.

pensavo ad ania. pensavo che qualcosa di buono tutta questa storia ce l'ha: mi ero scordato cosa voleva dire essere innamorato.

(qualcuno mi ricorda che devo cambiare il copripiumone che ormai puzza da tanto c'ho sudato dentro ieri notte?) (non dormivo, mi agitavo)

avete mai provato ad ubriacarvi e non riuscirci? voglio dire, provare a bere e bere e bere e aumentare la percentuale di gin nell'aranciata o nella birra e ritrovarvi comunque con una lucidità incancellabile? a me è successo. oggi era come se il mio corpo protestasse contro la mia mente, come se il mio corpo metabolizzasse tutto l'alcol che ingurgitavo per intorpidire la mia mente e lui non ne potesse più e facesse gli straordinari pur di non darmi soddisfazione.

ho il cuore di vetro: duro ma fragile, trasparente e liscio e facile da pulire. oggi ho chattato con un divorziato. lui pensava che fossi una femmina, come al solito. non ha saputo dirmi niente su come vanno i rapporti di coppia.
io sono disperato. cerco di stordirmi di musica e birra corretta con gin scadente.
piango.
mi sono risvegliato ma non so dove mi trovo. il mondo è forse scomparso?
il mondo ha forse più un senso?
       I don't belong here
       non ho la forza             di alzare lo sguardo

non importa se ti amo
non è mai importato
è una roba tutta mia
 personale
non importa se piango tutta la notte e il giorno e il pomeriggio e la sera e le notti di luna piena e le notti di plenilunio e le notti di eclissi, parziale o totale, e le notti che non dormo, e le notti e i giorni che non faccio altro che pensarti.
sarà magari che mi piace avere una donna per cui disperarmi. tutto molto letterario.

pensavo a questo progetto, a questa specie di diario dei fatti miei spiattellato sulla rete. l'aspetto da diario l'ha mai avuto la mia vita. io per esempio non ci so fare con le date. non so manco che giorno è oggi. so solo che è un giorno di meno.
ho tracciato un grafico che analizza l'intensità della mia vita in funzione del tempo. temo che sia una funzione limitata, nel senso matematico, cioè che non può mai superare un certo valore sull'asse y. quindi scordatevi un crescendo senza fine. a meno che tutto a destra, alla fine del tempo concesso, non ci sia un asintoto verticale, e allora sì, intensità indefinitamente alta e morte infinitesimalmente vicina ma mai abbastanza.
bravi, che vi siete beccati anche un po' di analisi 1.

quel che ho bevuto oggi: gin nell'aranciata. servito a niente.

la frasedelgiorno è:

"molti libri son poi solo la copertina"

in cima oppure ancora