an arsenio bravuomo production 2002 - corretta infine il 17.09.2002

daccapo oppure parlami

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oggi voglio lavorare sulle idee. averne di decenti, da contrabbandare per genialate. come fanno tutti, poi. sto cercando di farmi dare una mano dalla beck's da 66 cl., ma nel frattempo c'era da pagare la bolletta di infostrada (198.000), di cui marie si è dimenticata, e capossela mi passa nelle orecchie, come un pesce d'altri tempi. oggi vorrei che una donna mi pensasse. vorrei sapere che una donna sta lì e pensa a me.
oggi vorrei un sacco di cose.
vorrei creare un foglio di stile, secondo lo standard css-2 del w3c, che piacesse a tutto il mondo,
vorrei che tra cavi di fibra ottica e doppini, vincessero tutte le tecnologie open-source
vorrei essere dentro e fuori, allo stesso tempo, dai meccanismi che regolano e spazzano via la vita da queste parti, nel mondo occidentale industrializzato e decaffeinizzato.
vorrei dimenticarmi dei sentimenti, sentimenti, sentimenti…
vorrei sapere qual è la viadimezzo per poi dimenticarmene
vorrei ballare un tango lungo come la quaresima, finché i piedi non mi sanguinano, vorrei andarci giù selvaggio di sacade e transpiè, sopra pugliese e piazzolla e da rienzo
vorrei sapere a memoria tutti i testi di paolo conte, di vinicio capossela, di bob dylan e di ungaretti. giuseppe.
vorrei saper volare come i personaggi del film la tigre e il dragone. vorrei essere il protagonista di un fumetto, che non muore mai, che ha sempre una donna nuova a ogni episodio, come quel bruno bianco che leggevo su lanciostory quando mio padre ancora viveva con noi e lo comprava.
vorrei poter scrivere e basta.
vorrei poter viaggiare leggero.
vorrei poche cose ma buone. vorrei non dovermi preoccupare di come sono vestito, di come sono pettinato, se ho la barba lunga, se ho la barba incolta, se ho la barba, se ho la pancia, se ho le occhiaie, le borse sotto agli occhi, le ginocchia stanche, le mani pulite, le ascelle profumate...
vorrei saper apprezzare quello che ho e non lamentarmi per quello che non ho.
vorrei avere le palle per ricominciare daccapo
vorrei riuscire a finire di leggere l'ulysse di joyce.

vorrei che la mia vita fosse tipo come usare tutto il tempo che ho per srotolare fuori la letteratura di cui sono capace.
vorrei sapere delle cose e essere sicuro di quelle cose, vorrei davvero che ci fossero casi che non ammettono eccezioni (ma forse non è poi tutta questa tragedia).

vorrei una bicicletta che si gonfia le gomme da sola.
vorrei dedicarmi alle mie piccole passioni: vino, libri, donne, e dormire.
vorrei una vita che si fa la manutenzione da sola.

vorrei una vita in cui ogni momento ha un senso con quello precedente e sia sensato di quello successivo, vorrei insomma una vita matematica, riducibile al principio di induzione, di cui non vi sto a dire la definizione giusto per non annoiarvi.

vorrei poter dormire un po', visto che in una settimana avrò chiuso occhio si e no due ore a notte.
vorrei poter mangiare un po', visto che con tutto quello che bevo, non posso buttare giù solo uno yogurt a pranzo e un'arancia a cena.

vorrei essere la sua musica preferita, la musica preferita di ania, per poter essere tra le sue labbra quando la canticchia...

mi ha chiamato ania.
sapete quando ad un certo punto del giorno, un punto qualunque, uno preso a caso dall'urna delle ore, dalla tombola quotidiana del tempo che se ne va, insomma uno, e quel momento non era granché, era un momento come una altro, tipo per tornare alla tombola, un 15, un 16, là, e d'improvviso quel momento anonimo vi diventa un 17, un 77, un 33, un numero insomma significativo, con tutta una serie di significati, voglio dire, vi è mai successo che d'improvviso per qualcosa che capita, la giornata si illumina di altra luce, che il futuro vi appare di colpo roseo e scultoreo e pieno di possibilità? sapete quando capita questo?
oggi mi ha chiamato ania e la giornata è stata una svolta epocale, una rivoluzione francese, una roba tipo la scoperta del dna, l'invenzione del dns.
ania mi ha chiamato oggi!
be', aveva sbagliato numero. (sapete l'abitudine?)

vi siete mai presi un portone sulla faccia? uno pesante, intelaiatura di ferro e vetri infrangibili?
SBLAAAM!

ho trascurato di raccontarvi che l'altra settimana un mio allievo di seconda elementare, (sì, perché io lavoro in una scuola elementare) ha fatto un bigliettino di auguri per san valentino e l'ha dedicato a una sua compagna. dovreste vederlo 'sto tipetto, massimiliano, una peste senza senso. uno che dice già le parolacce anche senza sapere cosa vogliono dire e poi quando la maestra dice di scrivere un biglietto a chi si vuole bene, lui lo scrive a veronica, prestando il fianco alle prese in giro dei compagni e tutto, chè loro i bigliettini li avevano scritti per i genitori, i nonni o le maestre...
e il giorno dopo mi trova e mi dice: "lo sai che veronica l'ha accettato veramente il bigliettino?" ed è scappato via dietro a un pallone.
così io mi chiedo: perché noi non si resta così? questo mi chiedo io. perché noi non si resta così? perchè noi non si resta con l'idea che amare qualcuno possa portare solo gioia e benedizioni? perché poi dobbiamo sempre fare i conti con la realtà?

perché?

eh...quel che ho bevuto oggi: 6 beck's da 66. con il gin dentro.

la frasedelgiorno è:

l'amore è la morfina di noi nichilisti senza speranza

in cima oppure ancora