an arsenio bravuomo production 2002 - corretta infine il 17.09.2002

daccapo oppure parlami

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stamattina la gru che contribuisce alla costruzione di un palazzo accanto al mio, al posto degli orti abusivi di tutti i maggiori pensionati del quartiere, lavorava come una forsennata, scricchiolando e ululando come un muezzin particolarmente in vena. mi sono svegliato dopo una notte insonne e solitaria, come solo 16 moretti da 33 potevano rendere tale, e lo so di contraddirmi quando dico di essermi svegliato da una notte insonne. ho guardato attraverso dei doppi vetri (i miei occhiali e la finestra) la gru che roteava mattoni a trenta metri dal suolo, e mi sono accorto di avere voglia di piangere, solo di piangere, ma non da solo, era una voglia di piangere in compagnia la mia, forse volevo solo esibirlo, il pianto.
è che non mi so comportare quando dilaga imperiosa una certa tristezza. o malinconia.

ieri sera ho guardato lo spicchio di luna arancione trotterellare ingenua fra le costellazioni, in quella notte di inizio estate, con la fronte aggrottata tipica di un avvenimento inaspettato, più che altro per la vista dei suoi capelli appena appoggiati sulle spalle, lasciati liberi di svagolare sopra le orecchie piccole flessuose dolci e di impigliarsi nella montatura degli occhiali rettangolari che non riuscivano a nascondere l'incomparabile mistero di quegli occhi di pesca, che mi hanno fissato per un secondo in più, il secondo in più che non mi ha fregato il tempo di darmela a gambe.

è solo mattina ma son già pieno di rimorsi.

una volta ho scritto pure questo:

"Quando il mondo scompare resti tu." (proverbio antidiluviano)

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