an arsenio bravuomo production 2002 - corretta infine il 17.09.2002

daccapo oppure parlami

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oggi se mi suona il campanello mi presento in bermuda e scalzo, con gilet e camicia di fuori, sul limitare dello sbronzo, per lo più incapace di guardare alcuno negli occhi, e chiunque sia lo faccio entrare nel mio monolocale tappezzato di edizioni tascabili, mensole e scaffali fino al soffitto, e gli racconto per sfinirlo che io mangio raramente, per me mangiare è sempre una rottura, mai stato un buongustaio io, e gli faccio vedere balcone e bagno, un metro quadro con doccia e cesso, dentro al quale lo faccio pure pisciare mentre io mi faccio la doccia...
questa è la mia casa: uno straccio di divanaccio, che va poi anche bene per dormirci su, un tavolo e due sedie (casomai dovessi dare da bere a un ospite), una baracca di computer e varie ceste per armadio. ok, non è granché, ma almeno è riscaldato.

scrivo per mettere insieme i soldi che mi servono a pagare bollette e birre. non ho una donna da qualche mese, ma ho un amore disperato e disperante che mi logora da anni, come ogni scrittore dannato che si rispetti. sono senza ambizioni e non ho nessun romanzo nel cassetto in attesa di pubblicazione. mi interessa di avere una vita tranquilla. dovrei vergognarmene?
viaggio per casa senza mutande, cucino pesce e polpette dagli aspetti più disparati e demoralizzanti, perlomeno commestibili, consumo incommensurabili megabyte di mp3, mi distruggo la vista davanti al monitor sony, alieno pensieri e cervello a stare dietro a internet, versioni, upgrade, patch, download, y2k, gin scadente e libri di bruce sterling.
per fortuna sto all'ultimo piano, a un passo dal tetto, sul quale è mio preciso piacere recarmi, rigorosamente senza mutande, a contemplare i tetti altrui e le stelle cadenti, di san lorenzo e compagnia bella.

una volta ho scritto pure questo: "la letteratura è lo srotolamento di grandi uomini."

in cima oppure ancora