an arsenio bravuomo production 2002 - corretta infine il 17.09.2002

daccapo oppure parlami

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cominciano ad arrivare i commenti a questo mio coso che sto scrivendo. sentite.

"ho letto 3 racconti. ne ho stampanto 1 poi è finito l' inchiostro. ho bestemmiato con risolutezza ma senza dilungarmi.
mi piace quello che scrivi. soprattutto come scrivi.
devi leggere trainspotting di welsh. te lo porterò.
magari ti porterò anche 1 disco dei marlene kuntz
le donne non sono tutte vere?!
mi piace che scrivi in primissima persona (anche le mie canzoni sono in primissima persona), mi piace che sei lirico e volgare a un tempo. mi piace il linguaggio, le parole che usi. hai una scrittura veloce ma che lascia tracce forti di sé, dopo che l' hai scorsa.

sintetizzo perché devo andare di corpo.
il tuo scrivere è veloce. evocativo. vero. personale anche quando inventi.
a me piace molto
sei un bravuomo. saluti.
"

sono un bravuomo. già.
non è una parola fantastica? bravuomo. l'ho messa nella lista delle parole che amo.

sentite quest'altro:

"Ma che scrittore saresti? Sei una specie di maniaco depresso che ce la mena con le sue masturbazioni mentali e manuali. Datti all'ippica. Ciao."

ma insomma: io sono uno scrittore anche se non avessi mai scritto un rigo. qualcuno mi ha definito "giovane autore". ma io non sono giovane autore. sono uno scrittore e basta, lo ribadisco perché qualcuno è duro di comprendonio, lo sono da quando sono nato. forse che mozart poteva darsi da fare con qualcosa che non fosse la sua musica? è semplicemente uno che è diventato quello che era. e beato lui. in questo senso non è che sia un merito: essere quello che si è dovrebbe essere normale per tutti. ma siccome non è così, allora, se un merito ha da esserci è quello di essere riusciti a riconoscersi.

e ancora:

"Ho Letto Quel Che Scrivi (faccio inflazione di maiuscole, ti dà fastidio?). Mi Piace Il Taglio Che Dai Alla Vita. Attento: Ho detto il Taglio e non la visione, cose del tipo, mi piace la visione che hai del mondo e il tuo pensiero, no, il Taglio è qualcosa di diverso. (Credo che opterò per le minuscole perchè sennò ci metto una vita a digitare e non ho tempo da perdere, anch'io devo scrivere e spremere ogni secondo della mia spero non breve esistenza).
Dicevo, il taglio. E' ciò che deve avere uno scrittore, il taglio giusto. Uno scrittore non deve avere un pensiero, ma una specie di sguardo obliquo, come quando il direttore della fotografia, in un film, illumina una scena in un modo tale che ti accorgi di sfumature e colori nel mondo che non avevi mai visto prima. Ecco cos'è. Lo scrittore deve far scoprire. Trasformare quel nodo alla gola che gli viene quando vede le cose proprio in quel modo, in cibo, o acqua, o alcool o gin, per gli altri.
Ora, quello che invece mi lascia perplessa è che il tuo diario sia veramente un diario. Magari arsenio bravuomo ha delle cose da dire ma a noi che leggiamo non basta, e dopo un po' ci viene da dire: tutto qui? Bere e parlare di sè. Pochi ce la fanno. Thomas Bernard, tanto per fare un nome e persino lui ogni tanto fa parlare anche gli altri. Ma quelli che ce la fanno bisogna lasciarli stare, se ne devono stare lì nel loro limbo letterario, dobbiamo ascoltarli, non imitarli. Un giorno mi piacerebbe leggere più che arsenio bravuomo, la storia di arsenio bravuomo. Interpretala come vuoi, ma fammi sapere che ne pensi.
Un abbraccio e un alitata alcolica.
"

a volte penso che ho degli amici troppo intelligenti. anzi, in quest'ultimo caso, amiche.

brindiamo: alle parole che sono l'amore mio. brindiamo ad ania.

la frasedelgiorno è:

"Come se lo immagina Dio?"
"Capelli bianchi, barba lunga e niente uccello".
(C. Bukowski, "Hai letto Pirandello?", in Musica per organi caldi)

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