an arsenio bravuomo production 2002 - corretta infine il 17.09.2002

daccapo oppure parlami

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e mi è venuta in mente la follia di chiamarla all'una di notte, ania. mi ha attaccato il cellulare dopo uno squillo. e lo so che significa che se lo stava scopando...

così ho ritrovato questo frammento di prova di scrittura risalente a qualche mese fa e, per il suo contenuto altamente profetico, non posso fare altro che sottoporvelo:

nasi nasi
nasi nasi
nasi storti
brutti e belli
nasi ricurvi
nasi ribelli.
mi sono innamorato del naso
e di tutto il resto
di ania
per dieci,
quindici minuti,
e in mezzo a una tale quantità di bellezza
avrei voluto sondare il suo umorismo,
la provvisorietà dei suoi saluti,
la domanda fondamentale sul manicheismo
che le passa intermittente dentro agli occhi.
l'ho immaginata guardarmi scrivere,
che poi leggevamo insieme un libro
in bilico sul divano,
vicini non solo nello spazio
poliuretano.
ho fermato il tempo pinocchio
per riprenderlo al volo
prima che ripartisse
e si portasse
via il suo silenzio scarabocchio.

ho sperato fosse il tipo di ragazza che viene a romperti a notte fonda.

l'ho inseguita con il naso in aria
giù per le coste dei suoi fianchi,
guidato dal suo sguardo anabbagliante,
lei che non è una ma due,
migliaia di millibar di impressioni,
accenti e miti conversazioni.
ho pensato:
devo baciarla, ania,
farle sentire che la desidero tutta,
bocca compresa.
camminando alle sue spalle l'ho ammirata.
ho evitato di spogliarla con gli occhi
perché era una fredda giornata di primavera.
è che ti vorrei qui, ania,
per usare la tua spalla, la sinistra,
che mi ci incastro proprio bene.
sei scomparsa nel profondo
della jungla di ricordi di Macondo,
con me a ruminar lo zozzo mondo
disperso in mille lampioni, canzoni
odori di oscarmondadori.

ne ho dedotto che non passerai mai a trovarmi a notte fonda.

cammino sbilenco,
la testa fin quasi poggiata alla spalla,
cammino a rilento.
la delusione di un rifiuto non è poi così grave.
passa come un treno in ritardo.
l'aspetti e sembra non arrivare mai.
ho guardato morire una speranza in fiore.
è appassita, la mia vista.

ania,
per corteggiarti
ti sveglierei all'alba,
ti porterei su un prato
e ti direi di camminare
a piedi nudi sull'erba umida.
poi ti guarderei volteggiare fra i fiori
e gusterei i brividi che ti percorrono la schiena,
mentre ridi e ti lamenti che senti freddo.
ti farei sedere e ti asciugherei delicatamente i piedi,
fissandoti negli occhi lucenti di rugiada,
mentre mi parli di come immagini il futuro.
e poi te li stringerei forte forte
e tu mi chiederesti che succede,
prendendomi le mani,
ma io non saprei cosa risponderti
e mi lascerei rotolare sull'erba umida.
per corteggiarti.

quel che ho bevuto oggi: vin ordinaire...

brindiamo: alla nascita e alla morte. eros eccetera...

la frasedelgiorno è:

"A volte certe persone si sentono incomplete e sono solo giovani." (Italo Calvino)

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