an arsenio bravuomo production 2002 - corretta infine il 17.09.2002

daccapo oppure parlami

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che fare quando il cuore non ti regge più, povero vecchio rimbambito di cuore senza più voglia, non ti regge più e lo senti che batte solo per farti un favore, un favore tra amici di vecchia data, che non ci si vede mai ma quando poi per caso ci si incontra è come se fosse ieri che?
del cuore ci si ricorda solo quando fa male, quando c'è quella maledetta morsa che stritola le costole, lì, e tu deambuli per la casa silenziosa un po' piegato a sinistra, come uno storpiato nei sentimenti.
ma è che ho il cuore tenero, io, che si taglia con un grissino.
ma è che l'amo, e credete che gliene freghi qualcosa, all'amore, dei miei gusti?

nessuno mi ha mai chiesto di essere perfetto. e difatti non lo sono mai diventato.

parlami attraverso il tango
sii docile oppure dura
fammi capire i tuoi bisogni
abbandonati
perché questa è la regola
oppure sii decisa a combattere
ma io sarò uomo
sarò il ballerino dei tuoi sogni
non mi scorderai

ania, noi, che si ballava il tango con le labbra

perché uno mica lo sa qual è il momento in cui si è perso, l'attimo in cui si è arreso e ha superato il punto di non ritorno. e dire che io son sempre stato allergico alle cose irreversibili, tipo la morte o i punti_di_non_ritorno.

oggi alla fermata del tram. mi son seduto sulla panchina della fermata, vicino a una signora bionda, sicuramente tinta, sui quarantacinque, con un sorriso beffardo e le labbra rosse, tinte di rossetto brillante. be', questa donna mi ha attaccato bottone, lamentandosi della pioggia, che effettivamente aveva rotto le balle, e del tempo che ci illude con chiazze di sole, raggi stretti e lunghi chiari come lenzuola e via dicendo. io non le ho risposto niente, son timido io. lei ha provato a insistere con qualche altra frase da manuale di conversazione, poi ha desistito e ha lasciato perdere. ho fatto passare qualche secondo, qualche secondo di quelli lunghi, ripieni di attesa, e poi mi sono voltato verso di lei, tutto occhi e ciglia, e le ho detto: "sì, ma tu scoperesti con uno come me?". lei non è che abbia smesso quel suo sorriso brillante, e di sicuro sotto i pantaloni attillati che stringevano i suoi quarantacinque anni di moglie o madre o amante o antiproibizionista qualcosa ha tremato, ma l'unica cosa che ha tremato, di visibile, è stato il suo rossetto brillante. le labbra, insomma.
poco distante, ho visto, un mio compagno di infanzia è sceso dalla sua cinquecento anni sessanta bianca e si è rollato una canna della sua riserva speciale. non lo vedevo da diciannove anni.

quel che ho bevuto oggi: niente di narrabile. però mi son fatto una canna, in nome dei vecchi tempi.

contro cosa ho sbattutto la testa oggi: la portiera di una cinquecento anni sessanta.

la frasedelgiorno è:

"Da un libro si ricava qualcosa, anche da un brutto libro... ma da una fica, è proprio tempo perso..." (Henry Miller, Tropico del cancro)

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