an arsenio bravuomo production 2002 - corretta infine il 17.09.2002

daccapo oppure parlami

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ania mi ha detto: forse non siamo uguali. forse non ci conosciamo profondamente.

poi mi ha detto: la felicità fa capolino nella mia vita e poi se ne va subito. sarà sempre così?

sarà sempre così, mi ha chiesto.

ma vaffanculo.

nel normale processo di disfacimento del nostro rapporto, questo tipo di dialoghi funzionano come un enzima acceleratore. ci stanno bene. offrono un servizio.

cerco di consolarmi (ancora i miei meccanismi di autodifesa) con un'idea da scrittore (tutta molto letteraria): "bisogna sempre avere almeno tre amori in corso: uno ufficiale, uno sognato e uno impossibile". in pratica: tre amori immaginari.
infatti: non c'è niente di letterario in un amore non-immaginario, l'amore per ania.

la notte è caduta giù senza nemmeno avvertire. guardo fuori dalla finestra e vedo che la luna mi s'è ingrassata. mi sembra che tutto quello che so fare nella vita è guardare fuori dalla finestra.

  bianco faccione sorridente
luna mia
nel sonno mi hai accompagnato
e ho sognato
il paradiso
   era un tram arancione
e sopra c'era ania
e il suo golfino giallo.
infine ci portava via
gialli e arancioni
il tram
fra le promesse di non
amare più.
  morirei,
non fosse che mi mancheresti ancora
                                   un po' di più

mi telefona bertrando, cerca di tirarmi su:
"ah fabbio, dai, pensa al fatto che la vita non può essere perfetta"
"certo... e com'è che dici una cosa così?"
"be', pensaci. per esempio: tutti noi si nasce con il buco del culo, no?"

non sembra, ma bertrando è molto più saggio di quel che vuol far credere.

poi c'è un altro problema: ho una voglia tale, una tale voglia, di scopare ania che anche il confessarvelo non è abbastanza. per dire, oltre sognarmela la notte, la sogno il giorno. TUTTO IL SANTO GIORNO.
è imbarazzante, capite. non so come dire: tutto il sesso che mi fa ania, dove lo vogliamo mettere? dove? di certo in un posto piuttosto capiente, lasciate perdere una ventiquattrore. una camionata di TIR ci vuole, ché uno mica basta, capite.

chiamo bertrando, per tirarmi su:
"ah bertra', il mondo sta dando il peggio di se stesso"
"il mondo è il peggio di se stesso"

non sembra, ma bertrando è molto più saggio di quel che vuol far credere.

contro cosa ho sbattuto la testa oggi: un muro di incomprensione.

quel che ho bevuto oggi: vorrei tanto dirvelo, ma non me lo ricordo.

la frasedelgiorno è:

"Aveva questo modo di proteggere i suoi sentimenti sotto strati di cinismo e ironia: a volte ci riusciva così bene da farli languire nell'ombra finché erano perduti." (Andrea De Carlo in Due di due)

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