vedo un tunnel alla fine della luce
sarebbe l’inverno scontento bla blà blà
io sudo noia
la noia dell’esser in nel mezzo di questa umanità
francamente stupida
te lo dico,
anche nell’inverno violento bla bla blà,
te lo dico e mi chiedo
metto solo la camicia?
o metto la maglietta e la camicia?
il fatto è che siam a dicembre
inizio dicembre inoltrato virulento blà
il fatto è che ci son più no le mezze stagioni
e finisce come negli ultimi dieci anni
che le mie giacchette grigie da poeta
le posso mettere solo due giorni tre
perchè son da mezza stagione
che no’ esiste più
e quindi le metto un giorno
poi il giorno dopo fa troppo freddo
ok risparmio in lavanderia
son anni che non mando le giacchette
in lavanderia
dato che le giacchette no
da qualche tempo
vado in giro con i golfini
manco fossi un pensionato
in anticipo
i golfini
anche se son da mezza stagione
ne metto due uno sopra all’altro
anche se mi invecchiano
i golfini
anche se oggi m’han dato cinque
dico cinque
anni in meno di quelli che ho
non è granché
meglio di niente
per fortuna
i’ son no uno che passa osservato
è che bevo e invecchio veloce
e penso a te,
che chissà s’hai visto mai le mezze stagioni
che ti becchi i miei golfini e bacini
e tra pochi anni ci saran più no
mica solo le mezze
ci saran più no proprio le stagioni
(e nemmanco le pensioni bla blà)
è che bevo e piscio nel cesso del locale
piscio
e la piscia è bianca
e allora capisco
che è la felicità che mi esce
dopo esser stata troppo tempo
dentro di me
perché io son uno che la felicità la teme
la felicità la tiene, dentro
la felicità è quindi bianca
(nessun dubbio a riguardo)
adesso poi tu,
tu che hai la bellezza ovunque
e ovunque la vedi
tu che m’hai sempre detto
vorrei riprodurmi per gemmazione
tu che hai un sorriso tale che conquista tutto
tipo che se eri sulla santa maria
l’america ce la prendevamo tutta senza fare un morto
tu che sei morbidissima gna gna gnà
sei sicura di non essere un peluche?
o la reincarnazione di
tu adesso vai,
vai per questo mondo
se tiene
e bevi anche per me,
fai molta pipì e guardane il colore:
è bianca?
sei felice
è verde?
sei disidratata
è marrone?
sei malata grave
è viola?
sei un unicorno
è che in questo inverno ultimo
non ce la faccio a esser serio
esco con solo addosso una camicia
e un golfino (sotto)
al contrario
(una idea fashion)
e tremando sotto la nevicata inaspettata
do un’ultima occhiata a questa umanità
che si sta dando l’eutanasia
vorrendoti qui con me
tu che sei l’unico pianeta che ho
piena di peli pubici morbidi
su cui morire soffice
in una pozza di piscia viola
e a tratti
bianca
giorni di versi
bevendo un geimson sfoglio questo libro (lo so, è amazzòn, lo so) nomàto “giorni di versi” curato da francesca pels. è una antologia di poesie lunga un anno. bisestile direi. potrebbe essere che leggere questo libro porta male. ho detto potrebbe. potrebbe anche no. secondo me no. secondo me porta ad innamorarsi di emily, guido, cesare, guillaime, friedrich, william, gaio valerio, christina, antonia, alessandra, andrea, clara, percy, sergio, lorenzo, omar, francesca, ada, vittoria, stéphane, john, dino, oscar, edgar, dante, matsuo, michelangelo, anonimo. e tantissimi altri. trecentosessantasei. con alcune ripetizioni, che non ho proprio contato, ma guido compare più volte. ma ho solo scorso l’indice.
secondo me è bello. graficamente fighissimo. delicato. curatissimo. verde bello.
c’è anche un mio pezzo, ma questo non deve sconvincerti dall’averlo appresso.
chiacchierando con strelnik
si parlava di cose legate alla lettura, ai social network e alla fine che faremo come specie sul pianeta. a lui è venuto in mente questo racconto che ha scritto anni fa. io ti consiglio di darci una letta.
impermeabile macchiato su anguilla svenuta
a volte mi dimentico che ti amo
alle volte
a volte mangio due volte al giorno
esagero
alle volte mi cambio le calze
anche se andavano ancora bene
alle volte mi dimentico che ti amo
a volte la notte mi consola no
è solo una coperta troppo corta
alle volte
alle volte ti userei come coperta
un foglio a4 in cui condensare un a3
che si legge ancora
alle volte userei preposizioni articolate
al posto di quelle semplici
a volte mi sento male
senza motivo
e tu puoi farci niente amore mio
ci credi che ho scritto amore mio?
mi sto rammollendo
è che bere mi rende un maledetto sentimentale
e posso piangere adesso?
c’è chi dice che i maschi di questo secolo possono farlo
l’ho letto in un libro
ma io me ne fotto
io ho sempre pianto anche prima
dimenticandomi che ti amo
a volte la vita va tutta bene
non è vero
la vita vera la vita percepita
la questura
mi mancano gli amici
abbracciarli
si puó fare anche tra maschi
(stesso libro)
e anche senza schwa si capisce
che quando dico amici
intendo tutte le definizioni
si puó fare anche tra non maschi
si puó fare tra esseri umani
si puó fare
alle volte do di matto
ma mi dura poco
metti tre giorni
metti che alle volte s’ha da impazzire
vestire panni altri
uscire dal proprio cervello
vincere la sfida della sopravvivenza
tra dozzine di contraddizioni
e imparare a vivere
ricordandomi che ti amo
pigiamino di lattice su pipino infelice
la vita ha no segreti
ha solo anfratti e aforismi
ci nascondiamo assurdi
sapendo tutto
ignorando tutto
e allora la mia soluzione codarda
è imparare sempre più cose
resettando ricordi per far spazio
chissà che stai facendo fratello mio
ti vedo che stai sconfiggendo la morte scrivendo
mentr’io son qui a cercare di comprendere il mondo
nel senso di capire
mic’ abbracciare
(di ‘sti tempi si può poco)
m’è che del mondo c’è niente da capire
c’è tutto da raccontare
il mondo è narrazione, come dire
fin dalle pitture rupestri del neolitico
noi come specie abbiamo vinto
su questa roccia vagante intorn’ a un sole
per la capacità di narrazione
(mica lo dico io, l’ho letto in qualche libro)
e allora ne prendo atto
ne prendo un altro
di bicchiere, fratello mio
per narrare meglio
per bermi via
la storia di una femmina che mi sta dentro
abusivamente
e narrami qualcosa fratello
per sfrattarla da di torno
piazzeró l’impronta delle mie mani bellissime
su un muro qualsiasi del neolitico
ballando
come se ‘l domani foss’ introvabile
com’ a dire
vivi sereno
non c’è scopo
non c’è scampo
siam provvisori
si soffre gratis
narrami sto cazzo
e buonanotte
profilattico zeppo su uccello chino
la notte ti dona
la notte ti dona
la notte ti dona
è la notte che non conta ma riposa
mentre noi no
noi si parla parla parla
(ti dona dona dona)
si parla come non ci fosse una notte
come se fosse solo la canzone del parliamo
chiacchieriamo e ci guardiamo
e mi sciolgo nel guardarti
come besciamella nella lasagna
e ci giriamo intorno
facciam la lagna
e ci facciamo bene
e ci facciamo male
e ci giriamo intorno
giriamo in tondo
giro giro tondo
casca tutto il mondo
casca tutto il bene
casca tutto il male
la notte ti dona
come un regalo da portare
hai la notte dentro gli occhi
ma non dormi mai
e se mai dovessi addormentarti sul divano
in braccio ti prenderei
nel lettone ti porterei