invece bottoni no, perché lo dice bene.
In ogni caso, come continuo a ripetere da tempo, è la “struttura concettuale” stessa del “libro” ad essere ormai in crisi. E’ il suo processo produttivo, fatto di autori e di redazioni chiaramente identificabili, di diritti d’autore e di canali di distribuzione proprietari, ad essere superato dai fatti. E’ tutto un mondo ad essere ormai obsoleto.
Ciò che ci libererà da questi, ennesimi squali è, come al solito, il World Wide Web. E’ il web con i suoi innumerevoli canali di distribuzione, con i suoi volontari e con la sua “gift economy”.
Chi ha qualcosa da dire, semplicemente lo dirà attraverso una pagina web, come sto facendo io stesso in questo momento. Lo farà sapendo che il suo “ritorno” dipende da cose diverse dal prezzo di copertina. Chi deciderà invece di condizionare la lettura di un suo testo al pagamento di un “balzello” lo farà con la piena consapevolezza che il suo testo è un “prodotto”, non un “messaggio”, e come tale verrà trattato.
Chi vuole leggere, non per il gusto di scorrere le parole su un pezzo di carta ma per il desiderio di conoscere un altro mondo, troverà sul web la finestra di cui ha bisogno, non altrove. Chi deciderà di cercare ancora la rassicurazione della copertina o del frusciare della carta, lo farà sapendo che deve pagare un balzello per questo servizio. Un balzello fatto di soldi ma, soprattutto, di libertà e di “orizzonte”.
In un mondo “connesso” come il nostro, l’unica censura veramente possibile è quella che il lettore si autoimpone attraverso i suoi pregiudizi.
leggi tutto il pezzo: Fahrenheit 902 – Alessandro Bottoni.
(solo ribadire però che il balzello di cui sopra a volte lo si può anche vedere come il tentativo di un lettore di dare “supporto” all’autore. fin tanto che non sarà in voga un sistema alternativo (nel senso che, volendo, già c’è il sistema ma non è molto sfruttato))