c'è un freddo come atavico che mi preme addosso e tutti
mi telefonano e si lamentano che son bevuto. ma ragazzi, checcazzo,
è domenica! sto dando una festa tra me e me! eppoi mica sono
un telefono amico, io (posso essere un amico, semmai, senza telefono
prefisso).
riflessione: non è che quando uno beve diventa una persona
peggiore di quella che era (e certo nemmeno migliore), semplicemente
diventa una versione amplificata di quello che è già.
quello che cambia sicuramente, a uno che beve, è l'alito.
ho scoperto che a volte, solo a volte, si disegnano sul volto di
anna i miei preferiti occhi a fessura...
vorrei trovarmi una donna ubriacona come me. una che mi tenga testa
e poi mi meni, sotto i fumi dell'alcol, una un po' stracciona, che
mi tiri i piatti, sotto i fumi dell'alcol, una un po' sbandata,
che mi tiri fuori dalla malinconia...
nel febbraio 1971 venne pubblicato il romanzo che salvò
la vita al suo autore, charles henry bukowski, per gli amici
hank, così il 18 di quel mese e di quell'anno presi
e venni al mondo io.
e guardate un po' come sono combinato adesso: trentanni suonati,
e me ne sto qui a scrivere poesiole e a farmi le seghe con vinicio
capossela che canta "i pagliacci".
cerco nelle nuvole un appiglio
e nei tetti delle case
e nelle scie degli aerei
e nel suo collo abbandonato a me
cerco scampo da questa malinconia
colpa anche un po' di capossela
preghiera: fammi viaggiare come un viaggiatore d'altri tempi
e modi e coniugazioni e
brindiamo: ai "viaggi".
la frasedelgiorno è:
"Bienvenido a Tijuana: tequila, sexo e marjuana"
(Manu Chao)
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