l'oggi mi preme sul collo, mi distende i pensieri. ci fosse qualcuno
che mi stira le camicie...
son qui che vi scrivo, bastardi dannati, e nelle orecchie ho "usa
for italy" degli squallor, una roba anni ottanta, tutta molto
italiana. tutta molto intelligente e chissà che fine hanno
fatto quei geniacci degli squallor. mangio pomodori conditi ieri
sera da marie, che nel frattempo è in giro per musei con
quadri di picasso. m'ha chiesto se stasera la porto a ballare il
tango. volentieri. se mi reggo in piedi.
m'aggiravo per le lande dei sogni e aspettavo il pulmann, stamane,
aspettavo il pullman per salirci sopra dal davanti, ché tanto
c'ho l'abbonamento settimanale nella tasca e un doposbronza colossale
nella testa. mi sentivo ancora figlio di jemanjà e sentivo
la magia fresca e brillantina del mattino... l'aria fresca del mattino
era l'acqua tonica nel gin tonic che era l'impasto del giorno, quell'impiastro
di giorno appena cominciato. l'aria era spessa e tagliente, che
non te lo ricordavi proprio di quanto potesse esserlo, insomma,
prendi il pullman e non vorresti scendere più, non vorresti
più uscire da quel liquido amniotico che diventa, il calore
di cento fiati e corpi sepolti nelle giacche. il pullman è
il mio utero delle giornate fredde e piovose.
ma ormai è notte e sto al secondo negroni formato famiglia.
se riesco a dormire un paio d'ore, magari poi mi riprendo.
e se sarà un'altro giorno che posso addormentarmi nel mio
letto, sfatto, io e il mio letto insieme, sarà un giorno
vittorioso,
come un assolo di chitarra ben riuscito,
come un riff mai sbagliato,
come un elefante sbadigliato,
come un pesce surgelato,
come un gatto navigato,
come un tipo non creduto,
come un ponte sciroccato,
come avercelo di lato,
sarà un giorno da ricordare,
anche se la mia vita l'archivierei alla voce "cazzate"
e a volte vorrei poter saltarne fuori, dalla mia vita, come un coniglio
fuori dalla tana,
solo per essere un fantasma...
preghiera: abbi pietà di me. pietà. di me.
la frasedelgiorno è:
e ritornano le montagne
come al solito
come voragini alla rovescia
ritornano
come ammattite di colori
e ritornano sempre i tuoi sguardi
ammattiti
che riempiono le mie voragini
tutta la nostalgia
di essere meno solo
e vederti ritornare
come una montagna
vederti camminare alla rovescia
è forse chiedere troppo?
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