ho ricominciato a dimenticarmi di mangiare. lavoro come un forsennato
in compenso.
oggi ero talmente stanco che camminavo come un vecchio storpio,
poverino, e persino sullo scooter giallo non ci riuscivo a superare
i venti all'ora.
ania non si incaponisce più nei miei pensieri. non la chiamo
più. non mi chiama più. aspetto gli sviluppi del caso.
attualmente sto frequentando mordecai richler. librescamente voglio
dire. e mi piace perché è aneddotico e aforistico
e sparacazzate. e si vede che si diverte un mondo a scrivere e prenderci
in giro. è una sagoma, 'sto mordecai.
chissà che faccia ha oggi mio padre. se si è svegliato
incazzato, se gli è aumentata ancora la pancia, se i suoi
poderosi bicipiti si sono afflosciati, se le sue mani forti e consumate
sono sempre così precise e meticolose. cinquantaquattro anni
sono ancora pochi no?
chissà com'è la sua casa adesso, chissà se
ha una donna (sicuramente ha una donna), chissà se gira ancora
in moto (mio padre subito dopo la separazione si è comprato
una macchina nuova e una moto, 650 da strada. e per un po' ho pensato
l'avesse fatto per farsi vedere, da me, e ha preso una cantonata
perché a me delle moto m'ha mai importato nulla).
preghiera: che i tiro mancino perseguano a fare la loro
musica.
brindiamo: ai ricordi eccetera.
la frasedelgiorno è:
"Ci sono strade che assomigliano alle vite
che percorri tutte in un momento, non sai capire dove sei arrivato,
ma sei sicuro che ora stai correndo" (Tiro mancino, Strade)
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