giorno a pezzetti.
ania mi ha raccontato una cosa. un po' scabrosa. non so se ve la
posso dire.
(non ve la dico)
se voglio proprio essere sintetico nel riassumere la mia vita,
posso intitolarla così: alla ricerca di maestri. ma a tutt'oggi
non posso permettermi d'essere altro che maestro di me.
oggi le parole mi vengono giù come stalattiti, ma io non
mi fido delle metafore. le metafore non sono la realtà, se
ha da essercene una.
me n'andrei a san sebastian, andrei a viverci e parlar spagnolo
(e quindi saper leggere borges in lingua originale, tutte le parole
sue di velluto)
no tenemos mas tiempo
e credere di avere tutto il tiempo, quell'oceano davanti e la città
di dietro, con tutta la sua voglia di indipendenza, e la musica,
che è tipo la nostra, solo con molta più passione,
mooolta più passione, lo mismo e lo otro, e il calcio
che è come da noi uno sport nazionale e allora cosa voglio
di più, cosa voglio?
vorrei tanto esser lì a san sebastian, e saber lo que siento,
por todo la mi alma, per todo lo que quiero, essere lì e
avere sette anni di meno e rifare tutto e cambiare solo qualche
virgola, qualche pausa, qualche segno di interpunzione.
nella lotta tra il bene e il male, tra merda e zanzare, mi hanno
insegnato, non c'è e non ci sarà un vincitore continuo,
ma solo vincitori a corrente alternata (infatti, non si può
mica andare avanti per trecento e passa pagine a sparar solo stronzate,
oppure a far solo piangere, o solo ridere. bisogna mettere in campo
la cara vecchia lotta tra il bene e il male, una cosa vecchia come
il mondo, una cosa a corrente alternata).
e tutta la vita passata alla ricerca di un padre e di un amore,
senza mai accorgermi di essere un padre e un amore, io. però
ne ho trovate, di figure paterne, eccome se ne ho trovate! il fatto
è che io non ero affatto una figura filiale per loro.
comunque la vita non è perfetta. me ne accorgerei: passerei
il tempo vomitando.
e che dovrò farne io di questa vista mia, di questa
mia capacità, opaca poi, di cogliere umori e filosofie?
ma mordecai mi sta per finire sotto gli occhi.
preghiera: fossero tutti così, i giorni, con il bel
finale di un libro in mano, quello che si dice un gran bel libro,
le due ultime pagine ancora da girare, e ingurgitare, il senso di
stupore e malinconia di conoscere qualcosa che sappiamo sta per
finire, e la lettura che rallenta, mentre si va verso un momento
irripetibile, una mano che copre le due ultime righe per evitare
sciocchi sbirciamenti trassoni. fossero tutti così i giorni,
cos'altro potrei mai chiedere? a parte forse buona musica e una
notte di ciance ancora, con lei.
brindiamo: oggi no. oggi solo ricordi e ricerca di sè.
(tutto molto mistico)
la frasedelgiorno è:
la mia vita è come una manciata di coriandoli.
ho una vita a pois.
e anche una letteratura sbrindellata.
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