oggi il sole non aveva nessuna fretta di farsi svisare. sono corso
nel prato proprio vicino a casa mia e ho cercato di sfiancarmi per
la corsa. ci ho messo sì e no due minuti... comunque. sfiancato
e senza fiato mi sono buttato a panciallaria sull'erba, fottendomene
di tutte le famiglie di insetti che andavo decimando. ho guardato
il cielo pieno di nuvole e d'improvviso quel bastardo del sole si
è scatenato sulla mia retina, che quasi m'accecava. mi sono
messo ad occhi chiusi ad ascoltare i suoni. i suoni qualsiasi di
un qualsiasi rumore, per cercare di capirne l'evidenza. ho filosofeggiato
acusticamente, e ho pensato. ho pensavo un sacco. ne ho pensate
di cose...
ho pensato che la mia vita non combacia esattamente con l'idea che
ho io di vita, e ho pensato che messo così, a pensarci bene,
vuol dire che mi tocca di vivere tutti i giorni la contraddizione
di stare al mondo. ho pensato che la lattina di birra scadente infilata
in una mano mi dava un contegno da fallito totale. no, niente piagnistei,
non mi lamento mica. è che lì nel prato, tra insetti
spiaccicati, cacche di cani e mozziconi di siringhe, ero solo quello,
oggi: semplicemente un fallito. mangio polvere di nubi.
oggi era pasqua. ho viaggiato tutto il giorno per casa con il pisello
fuori dalle mutande e un bicchiere di bardolino in mano. con il
pisello al di fuori delle mutande come a mostrare le mie vergogne,
come a scandagliarmi la vergogna che provo. ho litigato con bertrando
e con marie, ovvero con tutti quelli che un po' mi danno retta.
forse non ve ne importa niente, ma io sto male adesso. e non è
solo colpa di tutto il vino che ho ingollato. è che ci sono
persone che non si intendono proprio, e non si intenderanno neanche
in un milione di anni, nemmeno dopo averne bevuto insieme una damigiana...
è successo che mentre facevo la doccia e marie mi chiacchierava,
ho pensato alla mia situazione, al sesso, a quello che sto facendo,
pancia piena e testa barcollante, ho pensato al tango, alla mia
voglia di ballarlo, alle mie movenze che si sono modificate. alla
voglia che ho di innamorarmi. ho pensato: cosa sei tu per me, marie?
poi ho pensato che stavo pensando troppo (pensare troppo su di sé
rovina l'esistenza. si sta come un passo indietro). mi son chiesto:
perché non sei capace di leggermi dentro, tu che mi chiacchieri
fuori dalla doccia? e abbiamo litigato, dopo.
tutto intorno mi gira attorno. vi siete mai sentiti privati di
energia, troppe cose da fare, troppe cose a cui pensare e la voglia
solo di dormire, dormire, dormire?
mi guardo il pisello, marroncino, più abbronzato delle gambe
mie, e lo vedo doppio, ma a voi cosa ve ne importa?
fatevi delle domande, una volta nella vita.
faccio mente locale e mi accorgo che quando scrivo, più
che altro, me ne sto in mutande. con o senza pisello di fuori.
domanda: siete mai rimasti senza soldi e nessuno più
a cui scroccare la cena?
brindiamo: a quelli che vivono fra parentesi.
la frasedelgiorno è:
vivere dev'essere qualcosa di più che portare
avanti e indietro un corpo di ossa e muscoli e tutto il resto dell'anatomia
(portarlo a lavorare, portarlo a divertirsi, portarlo a pisciare
e tutto il resto del folclore). vivere dev'essere qualcosa d'altro.
è triste: sprecare tutto questo vino, solo perché
ad un certo punto non sei più capace di centrare il bicchiere
nel versarlo...
|