oggi non mi è spiaciuto mettermi sdraiato ad ascoltare i
suoni, i suoni qualsiasi di un qualsiasi rumore e cercare di capirne
l'evidenza. ho filosofeggiato acusticamente, e pensavo: la mia vita
non combacia esattamente con l'idea che ho io di vita, e così
mi tocca di vivere tutti i giorni la contraddizione di stare a questo
mondo. sai che novità, direte. ebbene, il fatto è
che a me viene in mente questo pensiero tutto il tempo. tuttoiltempo.
tutto il benedettissimo tempo. e capite che non è esattamente
una posizione confortevole, rispetto all'universo e al divano mio.
sdraiato sul divano mio, con in mano una lattina di birra scadente,
il telecomando nell'altra, non mi riesce di combinare granché.
sono un fallito, su questo non ci piove. no, niente piagnistei.
è solo quello. sono semplicemente un fallito.
la mia desolazione è pari solo alla mia solitudine, al mio
senso di solitudine. guardo fuori dalla finestra e vedo passare
una mamma con la carrozzina e il bimbo dentro. e io non so cosa
vuol dire questa mia vista, questo mio vedere una donna con la carrozzina.
passo il tempo a interrogarmi e a bere birra. vorrei essere in un
posto diverso, ma poter sempre scrivere.
il mio cuore piange in questo momento, perché non ha una
donna a cui rivolgersi e mentre mi sale al naso il tanfo dei miei
piedi, capisco che non è facile avere una donna a cui rivolgersi.
una donna è come un panorama, di colline, digradanti e verdi
verso l'orizzonte.
ho bisogno di musica reggae, sole splendente e una donna a cui rivolgere
le mie preghiere d'amore...
(ania dove sei?)
emma non mi ha risposto.
ho smesso di scriverne
poesie
ma senza farlo apposta
e quelle tre immagini di te
che si portano in giro la mia mente
e poi si pigliano il sole
mezze nude
tra il biondo e il moro
e io a chiedermi
che ci stavo a fare
tra acqua e cielo
pizzi e fantasia
più ci penso, più mi rendo conto che scrivere è
la mia unica salvezza...
ve l'ho già raccontato che vivo insieme a una ragazza? be',
sì. è una mia ex-ragazza, si chiama marie.
siamo stati insieme tanto tempo. poi... comunque siamo rimasti amici,
alla faccia di tutti quelli che dicono che non è possibile
eccetera. mi ha fatto un regalo di compleanno. non doveva. mi ha
regalato un paio di scarpe nuove per ballare il tango argentino.
ah, già, perché io sono un tanguero. studio da due
anni. è la cosa in cui c'ho messo più costanza da
quando ho finito le elementari. comunque avrò modo di dirvi
del tango.
ho mai fatto pensieri profondi io. e tanto meno vado in giro spacciando
i miei pensieri per pensieri profondi. e tanto nemmeno gironzolo
spacciando per pensieri profondi o anche solo per pensieri le cose
che mi va di sostenere. semplicemente patisco le donne e tutto quello
che riescono ad inventarsi da mettere addosso. lo patisco.
voglio finire la mia vita accanto a un cane, possibilmente maschio,
e non tanto per la storia della fedeltà e del migliore amico
dell'uomo, quanto perché i cani non hanno quelle gambe lì,
tutte quelle gambe lunghe affusolate e sante, che mi fanno odiare
la chimica e tutti i miei ormoni.
il fatto è che sta proprio arrivando la primavera
mi danno il voltastomaco le donne.
urlerei dietro alle donne "stronze stronze stronze!"
magliette attillate, gonnette con gli spacchetti, scarpette con
i tacchi.
tutte queste cose di ragazze che mi passavano davanti agli occhi.
oggi mi stavo per prendere una sbronza di ragazze davanti agli occhi.
e anche una sbronza di birra, certo.
comincio a odiarle, le donne. credo che mi farò omosessuale.
ma odio soprattutto te, ania, che sei soprattutto donna, sopra ogni
altra. ti odio, perché mi tieni in pugno. perché hai
preso in mano la mia vita. io, fesso, che te l'ho data, ma era solo
un prestito, cos'hai pensato?
ti guardo
e ti vedo
ma non so perché mi fermo a guardarti
perché lascio i miei occhi accarezzarti
perché
in fondo ti cerco
ma mi ritrovo nel buco del culo del mondo.
odio le donne.
odio te.
ho fatto il pieno di donne. è ora di prendersi una pausa,
e qualche altra birra.
le donne, in fondo, non mi stupiscono più. sono o troppo
stupide e bestiali, o troppo piene di sé e volgari. o forse
sono io. in fondo, ho scoperto, cerco una donna che mi insegni qualcosa.
una cosa qualunque. foss'anche l'amore per i figli, io che di figli
non ne ho mai voluto manco uno. (ania, non è che per caso
dai ripetizioni su questa materia?)
quel che ho bevuto oggi: tre moretti da 66, corrette con
il gin (scadente). molta acqua. dolcetto a pranzo, soave a cena.
la frasedelgiorno è:
"Nessuna donna può fermare quelli fatti come
noi, my darling,
vòlto il cavallo, addio per sempre nel tramonto, non pensarmi
più..."
(R. Vecchioni, Casa dolce casa)
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