ci siamo scambiati delle mail, ania e io.
che notizia!
ma non mi interessa di riportarvele.
a lei non interessa di vedermi.
credo che facendo la somma si ricava che non abbiamo più
nessun rapporto. chissà cos'è successo fra quei due,
vi starete chiedendo (sicuro che ve lo state chiedendo!). chillosà?
io so solo quel che sento, quel che mi ditta dentro la mia
vocina. eppoi io non son masochista. son capace di battere return,
viaggiare punto_e_a_capo.
ho sognato ania stanotte. ero vecchio e lei invece no. (era che
lei si era fatta fare un calendario sexy e succedeva che le foto
del calendario invecchiavano al posto suo). era come se ci fossimo
detti addio e ci rincontrassimo dopo trent'anni. sapete come sono
i sogni. sei e non sei, provi e non provi, le regole della realtà
vanno a farsi fottere. e ci parlavamo nel sogno ania ed io, la guardavo
ancora giovane e guardavo le mie mani raggrinzite ma sempre bellissime
(io ho mani incredibilmente belle). ci parlavamo e, come dirlo altrimenti?,
capivamo lo stupore delle parole, quello che le accompagnava
sempre, trent'anni prima, e lei portava su di sè lo stesso
sguardo leggermente distratto. era come essere al cinema e guardare
sullo schermo eventi che ricominciano a srotolarsi, dopo un fermo
immagine interminabile.
preghiera:
questa sofferenza
di marmo
ma anche liquida
(ora
mi calmo)
ma è come una pasta
centrifuga
è un magone
una consistenza di spago
è un carrozzone
una
masnada di drago
son poi solo assonanze
di materia viscida
danze di merletti e frange
di volto di donna frigida
d'amore
a raffica
di
indiani a nuvola
di
spasmi a trottola
di scismi a chiocciola
di bimbi a briscola
d'intrugli
tafferugli
di sofferenza
di marmo.
brindiamo: bisogna essere alla frutta, come alcolisti intendo,
quando si butta giù un sorso di gin dalla propria argentata
fiaschetta, solo per coprire il sapore in bocca disgustoso di una
sigaretta?
brindiamo pure, a quello che vi pare, con quello che vi piace (per
esempio, oggi ho provato a correggere con il gin un estathè
alla pesca. non è male: butti giù gin senza che te
ne accorgi...)
teorema: ania non capisce un cazzo di me.
dimostrazione: sia x una roba che ho detto
io, e sia f(x) l'interpretazione sul mondo A (il mio, o presunto
tale) di x. sia y una roba che ha detto ania e sia
g(y) l'interpretazione sul mondo B (il suo, o presunto tale)
di y. sia inoltre C l'insieme intersezione tra A e B. allora
è apodittico che f(x) /= g(x) per ogni x
appartenente a A e per ogni x appartenente a B. ma per tutti
gli x che appartengono a C? anche perché C sicuramente non
è l'insieme vuoto (ma, per fortuna, è sicuramente
finito). allora basta far vedere che per tutti gli elementi di C
vale la disuguaglianza di cui sopra. ma, come ci insegna il buon
fermat, questo margine è troppo piccolo per contenere l'arguta
dimostrazione...
|