sono sempre stato alla ricerca di un modo mio, uno stile personale,
per raccontare in fin dei conti solo quello che mi succede, o mi
sta a cuore, come si dice. non solo raccontare, ma anche riuscire
a farmi capire. tutte le volte che ho cominciato un abbozzo di romanzo,
mi sono scontrato con la consapevolezza che gli esseri umani quando
si parlano non si capiscono: è come se esistessero sei miliardi
di dialetti diversi. questo l'ho sempre pensato: la condizione
umana me la dipingo come un ubriaco che si confessa al primo
palodellaluce che incontra. ma non è che sia proprio così
che stanno le cose. a volte qualche messaggio, rigorosamente non
verbale, arriva a destinazione. basta che il ricevente sia del tuo
stesso sesso...
ci sono volte in cui il significato e il valore di tutto quello
che ti circonda, cose e persone e pensieri, cambiano improvvisamente.
e non è che non te l'aspettassi. semplicemente qualcosa è
morto per lasciare il posto a qualcos'altro. sì, ma cosa?
la giovinezza, forse, oppure lo scoprire che fra due mesi sarai
crepato per una malattia terribile. oppure il tuo cuore è
in pezzi, ma ridi per gli scherzi che ti fa un bimbo a scuola.
continua la love story tra massimiliano e veronica. oggi il pestifero
mi ha detto che veronica ha messo il bigliettino dentro il quaderno
blu. dev'essere una cosa importante perché lui ne era molto
orgoglioso. poi è passato un pallone e lui gli è corso
appresso.
datemi un pallone da corrergli dietro. vi prego!
quel che ho bevuto oggi: un gran whisky irlandese invecchiato
diec'anni. qualche bicchiere.
la frasedelgiorno è:
"l'amore è uno stanco paradiso"
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