che fare quando il cuore non ti regge più, povero vecchio
rimbambito di cuore senza più voglia, non ti regge più
e lo senti che batte solo per farti un favore, un favore tra amici
di vecchia data, che non ci si vede mai ma quando poi per caso ci
si incontra è come se fosse ieri che?
del cuore ci si ricorda solo quando fa male, quando c'è quella
maledetta morsa che stritola le costole, lì, e tu deambuli
per la casa silenziosa un po' piegato a sinistra, come uno storpiato
nei sentimenti.
ma è che ho il cuore tenero, io, che si taglia con un grissino.
ma è che l'amo, e credete che gliene freghi qualcosa, all'amore,
dei miei gusti?
nessuno mi ha mai chiesto di essere perfetto. e difatti non lo
sono mai diventato.
parlami attraverso il tango
sii docile oppure dura
fammi capire i tuoi bisogni
abbandonati
perché questa è la regola
oppure sii decisa a combattere
ma io sarò uomo
sarò il ballerino dei tuoi sogni
non mi scorderai
ania, noi, che si ballava il tango con le labbra
perché uno mica lo sa qual è il momento in
cui si è perso, l'attimo in cui si è arreso e ha superato
il punto di non ritorno. e dire che io son sempre stato allergico
alle cose irreversibili, tipo la morte o i punti_di_non_ritorno.
oggi alla fermata del tram. mi son seduto sulla panchina della
fermata, vicino a una signora bionda, sicuramente tinta, sui quarantacinque,
con un sorriso beffardo e le labbra rosse, tinte di rossetto brillante.
be', questa donna mi ha attaccato bottone, lamentandosi della pioggia,
che effettivamente aveva rotto le balle, e del tempo che ci illude
con chiazze di sole, raggi stretti e lunghi chiari come lenzuola
e via dicendo. io non le ho risposto niente, son timido io. lei
ha provato a insistere con qualche altra frase da manuale di conversazione,
poi ha desistito e ha lasciato perdere. ho fatto passare qualche
secondo, qualche secondo di quelli lunghi, ripieni di attesa, e
poi mi sono voltato verso di lei, tutto occhi e ciglia, e le ho
detto: "sì, ma tu scoperesti con uno come me?".
lei non è che abbia smesso quel suo sorriso brillante, e
di sicuro sotto i pantaloni attillati che stringevano i suoi quarantacinque
anni di moglie o madre o amante o antiproibizionista qualcosa ha
tremato, ma l'unica cosa che ha tremato, di visibile, è stato
il suo rossetto brillante. le labbra, insomma.
poco distante, ho visto, un mio compagno di infanzia è sceso
dalla sua cinquecento anni sessanta bianca e si è rollato
una canna della sua riserva speciale. non lo vedevo da diciannove
anni.
quel che ho bevuto oggi: niente di narrabile. però
mi son fatto una canna, in nome dei vecchi tempi.
contro cosa ho sbattutto la testa oggi: la portiera di una
cinquecento anni sessanta.
la frasedelgiorno è:
"Da un libro si ricava qualcosa, anche da un
brutto libro... ma da una fica, è proprio tempo perso..." (Henry
Miller, Tropico del cancro)
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