3.3

"Tutti noi, si passa la vita cercando di dimenticarci che siamo al mondo, passiamo la vita provandoci con tutte le nostre forze a stordirci, per non guardarci in faccia, stordirci di televisione, di lavoro, di sesso, di droga, di vino, certo, anche di vino, io non son migliore di nessuno (meno che a scrivere, certo), di figli, c'è chi si stordisce di figli, di donne, di uomini, di videogiochi, di palestra, di locali, di letture, ci si stordisce con qualunque qualsivoglia pretesto, pur di non fare i conti con la nostra vita. Poi magari ci viene un cancro e il cartellino con la data di scadenza ce lo vediamo penzolare davanti agli occhi ogni mattina, o notte, che ci svegliamo. E magari allora ci viene, la forza di non stordirci più, di non evitarci più, ci vien voglia di guardarci nello specchio, di cercarci nello specchio, di cercarci fors'anche nella fragranza dell'aria che respiriamo.
Resta comunque il fatto che un certo cancro ce l'abbiamo tutti quanti."
(Maximilien Roccam de Pasteur, Parolame)

è che io son uno che poi scrive con un cappello sulla testa, quello di mio nonno ch'è morto, ascoltando vinicio capossela dal vivo che canta stanco e perduto, e mi vien voglia di ballar un tango con una donna che non c'è più, oppure di imparare a suonare il bandoneòn, oppure di ballare con un bandoneòn che non c'è più, o imparare a suonare una donna. una di queste cose.
e siam già al due gennaio. e il coso non procede.

misteriosissime sono le vie che conducono alla creazione d'un'opera d'arte.
oppure no. oppure no. oppure sono lampanti, queste vie, lampanti come la luce di una lampada da interrogatorio di terzo grado.
oppure no.
oppure no, non sono nè misteriose, tantomeno lampanti. sono lapalissiane, qualunque cosa voglia dire, lapalissiane dico.
oppure no.
misteriosissime, lampanti, lapalissiane, ma di che cosa stiamo parlando? propio.
scatologiche sono le vie...
ontologiche sono le vie...
carnascialesche son le vie...
boh.

i giorni passano e non ne resta abbastanza.
mi sveglio, sì, il sabato mattina, ma non ho la più pallida idea di dove sono stato tutto il resto della settimana. se qualcuno mi ha visto in giro, può darmene notizia?

brutto coglione che sono.
appoggio la bottiglia di vino piena per terra vicino al divano e mi dico: sta'ttento, arsenio bravuomo, che hai messo la bottiglia di vino piena per terra vicino al divano, e non è esattamente una buona idea, visto che ne hai appena già bevuta un'altra, di bottiglia di vino, e non posso nemmeno fare in tempo a dirlo che sbem!, le do una pedata, alla bottiglia, e mi crolla per terra, si spacca il collo, pezzi di vetro dappertutto, vino dappertutto, pavimento da asciugare, vino da buttare, brutto coglione che sono.

(il senzatetto seduto sul pavimento stradale nei pressi di casa_coppino sta come disegnando col dito sul cartone ondulato, qualcosa tipo una falce e un martello. gli dico che fa freddo fuori. lui mi sorride beato, si indica il petto e mi fa: "ma dentro no". macché)

 

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