“da grande vorrei diventare uno specialista nel chiamare le cose con il loro nome. un po' holden caulfield, un po' richard feynman”

arrivommi questa gaudiosa mail

e sperando di far cosa gustosa volentieri l'appiccico quassotto:

Quest'anno lo scudetto lo ha vinto la Juve,
onorando la memoria dell'Avv. Gianni Agnelli.
Speriamo che il prossimo anno lo vinca il Milan...

effettivamente...

http://mappamondo.splinder.it/1052763898#225879 (meno la roba su dovigi).

colpa vostra se me n' vado in giro a leggere

e m'accorgo ancora una volta che la gente n'è capace di fare sforzi minimi. minimi minimi, propio, tipo ricordarsi che scrivere "pò" è una vaccata intorcinabudella.

fottetevi.

ancora webbit, poi la smetto qui

se qui non c'eravate...

 

cazzi vostri.

se qui invece c'eravate...

 

cazzi vostri!

(ehm, per chi non l'avesse riconosciuto dall'orecchio, quel qui a destra è il più grande scrittore toscano bevente)

ne approfitto per dire ancora grazie a questi giovinastri qui e mandare un bacio *lui sa dove* all'uomo spinningkids che riconosco anche se son strafatto la notte fonda con poco di fessura d'occhi, basta che gli senta dire nel casino drum-stream-demo-noise-elettro-based la parola finlandia.

oh paese mio natìo, oh! casetta mia bella

così preso treno
sotto pioggia fine e stronza
così conosciuto simona
(che saluto)
e una negra grande come un'ospedale
con biglietto treno non bollato
con suoneria cellulare = radio
dice nel nokia
"if you want to make love with me, you give me money, you have to pay"
riattacca
dopo cinque minuti cinque risuona
"hallo?"
voce di signora 'ncazzata: "sono la madre di giovann"
tasto spegnimento premuto
(saluto anche lei)

imitation of life passa altoparlanti
qui trespolo bar
accanto tavolo mio
scrivo
spiacermi d'aver lasciato gente a' bloghi suoi
spiacermi vino due bottiglie
chiuse nel baule
gentilmente offerte ' codesti due 'mpazziti
(che saluto)

qui webbit 2003 il giorno dopo

così sei circondato
da gente in carn'ed ossa
e scollature
mica son poi solo collegamenti
   loro

è che se la sala è una pagina
i blogger piazzati sulle sedie son i link
    verso i loro mondi
   percorsi a tratti

e se sei circondato
cosa puoi fare
se non dartela a gambe?

qui webbit 2003

qui femmine poche.
qui si dorme no.
qui si corteggian le donne sbagliate ma gli sguardi pienotti dei malati di bit mi confortano bene, fin nell'indomani.

(poi passan' amiche di regioni reiette)

qui la notte sembra l'università occupata.

mi manca soltanto qualcosa da bere.

altisonanti versi baciati

quando t'esce male la piscia
e beffarda d'intorno ti sguscia
fin fuori dal bordo perlato
della tazza del cesso piastrellato
t'interroghi sull'origini dell'universo
o se sei rientrato un poco troppo sverso
a disegnar col getto caduco
corollari dorati a' teoremi del tipo
                                            falla nel buco
ma s'indugi un poco appena
per compenso ottieni scarpe lucide
                                            d'orina
e certi irripetibili improperi il giorn'appresso
della femmina che passa, vede, e niente più sesso...

ma si fa per scherzare

ovviamente.

ma si può

arrivare a casa, spogliarsi in mutande dal caldo che fa, puntata dei simpson registrata (ma 'sti simpson comincian a scoprire i loro scheletrini, ma non divaghiamo), sega di rito bagnata di becks in offerta al gs, venire, decidere se collassare o leggere la posta, la seconda che ho scritto, e dico, ma si può dopo tutto questo leggere che strelnik ha preparato un "interventino sfasciato" (così lo chiama lui, tsè) per il webbit dopodomani? dico si può? e adesso mi devo leggere sette o otto libri cartacei, seguire due o trecento link, deep-link, permalink, trackbackare una cosa come 70 aggeggi di post, comment, tagboard, eccheccazzo ne so.

oh, 'ntendiamoci: son contento. starò su 'stanotte, leggiucchiando qua e là e preparandomi la parte dell'amico scemo. come si dice: finché c'è musica c'è speranza. finché c'è birra si canta. lo svenimento seguirà reprobo.

ormoni a vanvera

sarebbe il titolo di un possibile prossimo racconto. lo scrivo qui ché era il primo posto ch'avevo sott'al naso.

dove siamo noi?

dove cazzo siamo noi, dove minchia cazzo siamo, eh? mentre uno psicopatico petroliere dimmerda decide di governare il mondo a suon di mazzate. dove siamo? dove cazzo siamo finiti mentre un decerebrato figlio di puttana imputato e processato decine di volte decide che lui è meglio di noi, è al di sopra della legge, è lui la legge, 'sto cazzo d'aborto di silvester stallone-la legge sono io.

IO VOGLIO SAPERE DOVE CAZZO SIAMO FINITIIIIII!!!!!

siamo finiti con i culi sulle nostre poltroncine ergonomiche a produrre aria fritta per i beoni testedicazzo che non possono fare a meno della terza macchina, del quarto telefonino, della quinta puttana da mantenere. siamo finiti a marcire sui nostri stessi escrementi. siamo finiti a fregarcene di tutto, c'importan solo le partite di calcio il lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica sera.

dove cazzo siamo finiti?

spegnete quella tv. uscite per strada. guardate un quadro. parlate al vicino di casa. sorridete ai passanti. lasciate stare i soldi dove stanno.

io viaggio a spiccioli. quando son finiti, viaggio più leggero.

io viaggio a piedi.

io lo so dove sono finito.

nella vostra stupida piccolezza, nel vostro non saper guardare a un centimetro dal vostro naso potreste farmi solo schifo, ma 'on è così. io vi amo, vi amo perché siete quel che son'anch'io, una certa parte schifosa.

sorridete in giro, bastardi, è il meglio che potete fare.

il tè nel deserto

resta il film che mi strugge 'l cuore e strazia il poco rimasto di me d'apprezzare

muliere

se ne sta lì a sfogliare cento cose energy e sbotta all'improvviso con un:
"pensa! il mentolo favorirebbe l'orgasmo femminil clitorideo!"
"ah, ecco che mi spiego perché lo compri a scatoloni, il chilly"

euchessina nel bardolino

l'aver passato la giornata chiuso nel cesso comune del primo piano dell'hotel messico mi ha permesso di:
- finire di leggere le collezioni intere di zagor e lanciostory (raccolta) abbandonate accanto allo scopettone;
- fare amicizia con la famigliola di topastri grigiastri che vive stabilmente lì dal terremoto dell'irpinia, sempre nella stessa scatola di biscotti olandesi;
- addestrare una colonia di scarafaggi, ormai totalmente dipendenti da sostanze psicotrope, ad infestare la stanza 114, possibilmente recuperando le barclay dimenticate ad ammuffire nel frighetto bar marcato FIAT;
- apprezzare gli optional del cesso di questo stupido stupid'hotel, non ultimo lo specchio munito di tergicristallo, ideale per scapperarsi in santa pace i brufoloni punta gialla.

amiche stordite

le dico:
- certo, io ti telefono e te rispondi mai.
- eh, stavo cagando.
- finisci di cagare e mi richiami.
- eh, stavo scopando.
- ah be', allora.

l'anagramma mio preferito di hotel messico:

le mosche osti.

e voglio una singola accanto a quella di arkangel, così da trapanarla di rumori molesti incesti manifesti pretesti ernesti, la mattina presti (così, solo per l'assonanza). sempreché mi svegli in tempo.

dico grazie

dico grazie ai consumatori molli di caramelle
dico grazie
ai baristi che somiglian a capossela
e lo fan suonare una notte pertugia
a forma di vocale
e clandestina
con appena un piano
   verticale
dico grazie ai rammendati apocrifi primi giorni della mia vita con te
  muliera mia
 (eppure gli ultimi)
dico grazie a tutta la musica buona e corticale
ai testi scritti dai bambini iracheni
senza una mano
senza una vita da domandare
dico grazie ai sogni pieni
delle femmine ch'ho sognato stanotte
ai portaceneri inutilizzati
ai bicchieri pieni di
ghiaccio-gin-martini rosso-campari-fetta d'arancio
(poi mescolare, grazie)
dico grazie alle tette delle ragazzette nelle sere
  che ballan in mostra a noi guardoni brutte maniere
dico grazie alle case ammassate nelle strade
dico grazie alle lettere elettroniche
    lasciate a marcire nel cesto delle biancherie sporche
dico grazie a certi concerti che verresti più via no
  a' loschi figuri che dormono mai
manco intubati sotto pezzi di dueruote
manco sotto san pietro
 svincolato
   dagli orari poco urbani di noi col ciclico mal di stomaco
dico grazie ai toscani storditi e storti come certe torri
dico grazie alle radio morte di acido di pile stilo 'ndate a male
dico grazie agl'inventori di parole con più di cinque lettere
dico grazie a chi m'ha preso a calci da piccolo
dico grazie a chi m'ha preso a sberle da grande
dico grazie a chi m'ha preso per truzzo tarro maraglio maranza
dico grazie a chi m'ha dimenticato
subito dopo
dico grazie a quei che ci son mai stati e i' ch'avevo bisogno
dico grazie a quelle due ch'han fatto l'amore davanti a' miei occhi
e io ch'avevo no la macchina fotografica
  (mi toccherà d'usare la memoria mia
  ciclotimica)

dico grazie alle parole che mi suonan nella testa
(anche quelle con più di cinque lettere)
e ai pianti
che mi scendono dal vino paonazzo
ch'ho bevuto
mischiato a' santi patroni del cazzo

dico grazie ai cervelli belli di professori poco professori
   molto uomini
   molto umani

dico grazie alla bottiglia
ch'ancora piena
m'offre lampi
di chiaroveggenza
d'inappetenza
di dosi massicce e saper d'esser fuori tempo
in ritardo
in cronico rimando
delle cose da fare

dico grazie alla donna che mi chiama la notte per dirmi che sono lo stronzo che non la chiama
la notte il pomeriggio la mattina la sera quel che volete
dico grazie a lei che mi faceva diventare un matto
per come muovev' i fianchi
per com'era pazzoide
e com'eravamo ormai troppo stanchi

dico grazie al caldo che scende
giù per le mie viscere intestinali (cacca)
dico grazie al caldo che sale
su per le mie viscere intestinali
                (scrittura)

dico grazie alla bellezza
ch'è rimasta
tra la quale
dico grazie a milan kundera
per
"forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l'amore) dall'altro, invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere la sua semplice presenza"

poi dico grazie a voi
schifosi inutili
 e fottetevi
   davanti alla tivù
(nel senso: almeno fate cose)