certo arrivo a casa, marcio di sudore, grondante fame e sbavazzante di vino, lei, gattesca, mi guarda attonita e innamorata, fragile sulla sua poltrona preferita e si stropiccia le braccia e sento, la sento, l’attrazione fisica che mi sale e m’arpiona verso il suo corpicino latteo.
poi mi strappo di dosso la maglietta lercia, la guardo intenso, gliela getto contro, la maglietta, fradicia, le dico, fascinoso:
- tiè, rifatti il naso.