muliere

certo arrivo a casa, marcio di sudore, grondante fame e sbavazzante di vino, lei, gattesca, mi guarda attonita e innamorata, fragile sulla sua poltrona preferita e si stropiccia le braccia e sento, la sento, l’attrazione fisica che mi sale e m’arpiona verso il suo corpicino latteo.
poi mi strappo di dosso la maglietta lercia, la guardo intenso, gliela getto contro, la maglietta, fradicia, le dico, fascinoso:
- tiè, rifatti il naso.

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arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.