cosa da mezzo (pubblico)

ti guard’ il culo
 sì
 ti guard’ il culo
dentro jeans azzurro chiari
 stretti bassi
allargantisi sul fondo
  ché i’ son seduto
  e col naso all’altezza giusta
 quasi d’infilartelo lì nel mezzo
tra le tasche
  ché son su questo mezzo, pubblico, traballante
 e ogni traballo gli è proprio un gran ballo
bello per le tue sode uova chiappe
che poi son cominciati i sandali
 scandali di questo maggio di pelle d’agosto
  e con loro sbocciano le dita
 di piedi di femmina
colorate o bianche
 tutte che mi fan impressione
  ché un bel piede è raro da vedere
(figuriamoci le dita)
 colorate o rosse o bianche
o no
 poi ci ho un limite di sopportazione
‘ vista di delle dita di su un pullman
che è pubblico
 e l’immaginazione
 e ci ho il limite di alla sopportazione dell’erezione
che io poi, cos’è? non esisto?
 è questo?
 no’ esisto?
esisto no?

io, tutta la vita, di me mia,
 ‘utta la vita
vita tutta la, mia,
da son in cerca dell’evidenza
 di qualche prova
dell’esistenza
di me

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.