poesia delle peggiori

se ti dico che mi manchi
 dopo tu non ti accontenti
vuoi sapere anche i dettagli
  dei momenti,
  dei ritagli, degli accidenti
 gli accorgimenti che mi prendo
per evitare, senza riuscirci, di pensarti

con te è come esser sempre al primo appuntamento
non sia mai che mi dai un bacio a tradimento

ora la notte mi ronda in negli occhi
 mi ronza nei pochi orecchi
che ho no messi
 giù in cantina
e la tua bocca mi è così vicina
 mi tocca il tasto dolente
il nervo scoperto
 con un accento d’irriverente

così m’accorgo che ti ho vista mai in blue jeans
forse è che tra me e te non c’è stato ancora un inverno
 di quelli belli con l’un terzo gin

e ti direi
 che bel vestitino che hai
anzi che bel sotto del vestitino che hai
ma gli ormoni son corbezzoli
 per colazione
e femmine coi capelli
  che ti requisiscono
le nervature delle braccia e i gambali
  da pioggia

sento un caldo atipico
  salirmi su dallo stomaco
un misto riso e pagine e vergogna
 come quando ti capita, ti sarà capitato no?,
d’andar in giro con i genitali alla gogna

ma c’è amore nell’aria
sai come quando si dice nell’aria amore c’è
 è perché hai spruzzato un po’ d’amore spray?
 dalla bomboletta del dottor kazinski
essenza d’amore al 37%
estratto dai peli delle ascelle di femmine siriane
e colombiane rigorosamente deflorate da almeno un tre anni
perché l’amore si annida nei peli più impensati ed esotici
 e comunque non in quelli pubici

lo so, son un cialtrone
e il guaio di essere un cialtrone
 è essere un cialtrone, primariamente,
e di mangiare cose poco sane, in secundis,
tipo apri la scatoletta di rio mare
 scoli l’olio nel lavandino
e con la forchetta cazzuola ci spalmi sopra un dito di maionese
no’ ti serve il piatto
ti servon solo scatoletta maionese forchetta
 e poi mangi poco la frutta
poco importa se negli ultimi sei anni
 la sola frutta che hai mangiato
son le fettine d’arancia che ritrovi di dentro al grandi negri
e poi, più che altro, te bevi
 tipo che sei alla bicchierata numero cinque
e manco ti gira la testa
 ma sei più di là che di qua
bravuomo
e ti avvicini a qualcuna con un vestitino senza cuciture
 anche se sembra abbia indosso solo le cuciture
e le dici
 da quando che non c’eri
  nessuno più mi schiaccia i punti neri

nel bagno del caffè della caduta
c’è un cartonato di dart fener
 a cui ho fatto il solletico al pacco
mentre pisciavo
 e nell’atto son pur riuscito a non sporcare fuori
nonostante stessi al terzo emmezzo,
di negroni con poco ghiaccio
 quindi sempre caldo
  quindi sempre usignolo
 (che so no cosa possa voler mai dire
ma ho trovato questo appunto sul mio nero moleskino
e lo riporto qui fedele,
come nelle migliori poesie peggiori)

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.