ragazze nude limonano sul prato e dentro una pozzanghera di lato

mi dicesti
 ti voglio
ti dissi
  ti voglio pur io
e tu chiudesti con un
  e allora vogliamoci

ci volemmo

poi

ragazze nude limonano sul prato
 e dentro una pozzanghera di lato
  possibilmente pettorute
ci danno dentro con le lingue
  riempiendomi di incredulità e sgomento
nemmen’affatto barbute
e non me la sento di smettere di guardarle
 ma mi sveglio perché mi strappi al sogno urlando
  sempre sul più bello

è mattina presto e m’alzo dal letto ancor dormiente
  e, guardando giù dabbasso, affatt’ anche un po’ sognante,
 mi sied’ al tavolo a fumare
 mentre tu mi insulti e mi dici
che è mezzogiorno e un quarto e più
 perché anche i secondi me li devi rinfacciare

mi lasci il tempo giusto e fisico
 di scenerar del tutto la sigarella litigarella del matìno
poi attacchi con una tiritera delle tue
e dìcimi:
 non so se il nostro è amore, però da quando ti conosco
  il mio film preferito è diventato
“maledetto il giorno che ti ho incontrato”

eppensare che una volta
 ti citofonavo alle tre di notte e mi dicevi che non disturbavo
(vigliacca miseria, e io che invece volevo disturbare)

e io dìcoti
 amarti è scoparti
che detto così io l’apprezzerei e di parecchio, lo ammetto,
  e tu sei una donna dei tempi futuri
all’avanguardia
m’amarti e scoparti son le due facce della stessa conversazione a livelli
 di quando mi parli e non ti ascolto
  di quando ti parlo e non capisci
 e ti maledico e ti dico che ti odio e ti dico che
amarti e scoparti e odiarti son le tre facce della stessa sera
 in cui le stelle cadevano e tu non le vedevi
  e mio nonno in formula uno e mia zia che è più giovane di me
e citare tutti i film che hai visto mai, ovvero tutti

così per fare il romantico aggiungo
 ti ricordo che
  il pompino è un apostrofo rosa tra suca e melo

ma ti si rizza il pelo
  diventi paonazza e te ne vai del tutto
 sbattendo la porta
questa volta con granze zelo
e gelo
e sfacelo
e ma sì, lo stenderei il velo

in fondo
 amarti era come fumare una sigarella sotto la doccia
   tu tiri tiri acccendi accendi ma quella continua a spegnersi
  sott’alla doccia
si piega si inzuppa perde il senso di sè
e ti ritrovi dassolo in casa
 tutto bagnato di sudore e di doccia
  con una sigaretta in bocca
sudata bagnata pure lei e
 senza niente da mangiare

pensi
amare è uno scemo continuare
 a farsi problemi
 che uno, a pensarci bene, non ha

forse dovrei prendere quella droga
che ti rende tipo cannibale
 suonare alla vicina
  azzannarle un polpaccio
ma non lo faccio
 anche perché è agosto
e con tutto questo caldo, in fondo mica che ho tanta fame

m’alzo giusto per guardarti andare partire sparire
e mi metto a preparare la mia specialità prelibata
  sottiletta impanata
 adagiata su uno strato di tonno in scatoletta
sgocciolato e insaporito da una spolverata di fine curry
 e facendo lo gnorri
me ne rimango tutto il giorno in mutande alla finestra
 a guardar il cielo complicarsi di nuvole
  a sognare che sei andata a vivere a zigo-zago
  con il mago sul grande lago, obabaluba

fuori, torino è un pugno di mosche,
 molte morte,
alcune ferme sulle cacche

chissà se piove a milano

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.