sento certe parole

sento certe parole
 ma altre no
sento che mi salgono di sopra dello stomaco
  salgono di dietro della gola
e il bambino ch’è in me gioca a far la spesa di tra i tuoi sentimenti
sdruciti
cuciti con musiche di film dell’anno 1994
poi mi dici:
rimani,
  (stai)
  quivvicino.

cosa rimango
   che te sei sempre impegnata
sei sempre tesa
sei sempre con la testa da quella certa parte
    là
(e sempre scantonerai)
anche dopo la laurea
anche dopo vari parti patiti
partiti
 portati a porte partenti
di parenti e insolenti cervelli rimasti da parte

rimango
(uom’a ramengo)
  m’è un venerdì che scrivo

poi mica
   ce la faccio più ‘ far tutte queste rime solo per dirti che
     t’amo
 in due parole,
(vabbe’ più di due parole)
  sbagliando spesso, cagando di per la strada, scorreggiando molto, ruttando anche quando mi sentono gli altri,
(son parole tue)

e prendo per il culo il cumùlo
di letame che mi gir’appresso da qualche tempo
quest’italia di mmerda
 (datemi un treppiede vero)
(di quelli di granito pesante d’una volta)
mica una fanfaluca inventata di sana pianta
tipo in televisione dei giorni nostri,
   virgole tutte sbagliate
  di posto
(senz’esagerare)

sento cento parole
salto canto aiòle

(i tempi dispari
le rime impari
i versi menarchi)

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.