piccolo bastardo racconta 5

io ho nove anni.
questa sera c’è supergulp. fumettintivvù, fumettintivvu-u-u-uuu. io che ho nove anni mi piace più che altro il gruppo tnt, solo che mi sembra di non saperne qualcosa, che son in difetto di qualche informazione preesistente, di avere una mancanza.
avere una mancanza è un po’ la storia della mia vita, ed è facile, la storia della mia vita: ho nove anni appena. mica come il paleolitico, che mi piaceva tanto l’anno scorso, lungo migliaia di anni, l’uomo cavernicolo e le punte di frecce. pare quasi che sapessero far solo punte di frecce, all’epoca. mi sembrava un poco stupido e ridotto male il cavernicolo. mi sembrava riduttivo l’uomo delle caverne, come ce lo ha raccontato la maestra barbara, sempre bella, sempre ben vestita, sempre con la gonna corta corta. una di quelle cose che il maestro matteo m’avrebbe detto “pensaci”. io, certo che a nove anni, ce ne ho di cose da pensare.
per esempio, oggi andiamo ai giardini gnocchi con la bici e giochiamo a guardie e ladri e vorrei che finiamo in squadra insieme io e la lella. è una cosa che penso, questa. così le faccio visitare il nascondiglio segreto, sperando non ci sia puzza di merda, che i cani io li ammazzerei tutti, quelli che mi cagano nel nascondiglio segreto. il nascondiglio è segreto, ma io ve lo dico lo stesso dove sta, visto che alla maestra barbara l’ho detto, in cambio di un cri-cri e una giornata di riposo dai giochetti. il nascondiglio, praticamente, sta tutto a destra, dei giardini, dopo la pista di pattinaggio, prima del campo di calcio dell’ivest, in mezzo, praticamente, tra due cespugli bassi ma con l’entrata dal di dietro, attaccata al muro, l’entrata. praticamente. ma forse è meglio che se vi interessa, magari vi ci porto. me lo dite, prendiam la bici, vi ci porto.
magari con la lella poi si chiacchiera sulla panchina.
io so mai che dire alle femmine.
la lella è una femmina molto strana. è l’unica che va bene in bici. e va pure veloce. ha moltissimi capelli. e ride sempre.
invece la sorella di giachetti ha i capelli lisci ed è una puzzona. come la maestra barbara. ma in maniera un pochetto diversa che non mi riesce ancora di dire, ma io per adesso me lo appunto che poi ve lo racconto quando sarò più grande.
poi il nonno ci ha portato a me e giachetti e quella puzzona di sua sorella al cinema ideal a veder l’impero colpisce ancora. già siam arrivati in ritardo, poi ci siam seduti sulle scale tra le file di poltrone, che il cinema era pieno pieno. poi la sorella di giachetti aveva una paura tremenda di quel signore tutto nero con il respiro forte. il respiro che si sentiva. aveva tanta paura che si girava tutta verso il fondo del cinema, cosa c’è da guardare al fondo del cinema mi chiedevo io, e si aggrappava a me, alla mia maglia. si aggrappava e stringeva forte, forte tanto quanto aveva paura. ’sta puzzona.
(per un attimo ho pensato alla lella e alla sorella di giachetti; poi ho fatto un paragone. m’è stato un attimo)
a me faceva paura più che altro il piccoletto verde, però mica potevo farlo vedere, allora quando s’aggrappava e si girava, la puzzona, io chiudevo gli occhi o speravo che qualcuno seduto sulle scale davanti a me si alzasse o si accendesse una sigaretta, così da muoversi un poco. quando è morto, il piccoletto, son stato contento.
insomma, alla fine, domani prendo la lella e la porto nel nascondiglio segreto. e le do questo biglietto:
“cara lella, io vorrei dirti delle cose tipo i love you, ma per adesso non so come dirtele. forse dovremmo vederci per dircele di persona. un ammiratore segreto”.
la prossima volta vi racconto come è andata, forse, chè adesso c’è supergulp per davvero.
(e l’ultimo chiuda la porta)

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.