tutta la poesia che c’è

(componimento poetico per dire cose private)

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ti guardo
 mulliera muliera
 (con du’elle oppure una)
                                (e so che)
 ti riguàrdo
 com’argomento
  come definizione

e sogno di scalare un palazzo altissimo
 tutto marmi e colonnati,
  arrampicarmici a scoprire il nome
  del mare gigante che c’è al di là
e scopro che in cima ai palazzoni
 c’è nessun mare, ma tu
   seduta gambe ciondoloni
sulla vertigine d’una gigantesca bellezza
  blu

mulliera muliera
noi siam come puzzle
 (le mie mani combaciano perfettamente col tuo culo)
 te che hai tette come fumetti giapponesi,
  con nomi hentai
 che fantastico fumetto saresti,
  o perlomeno io mi ci farei l’abbonamento, sai,
tu che sei la mia terza e quarta chiappa
  (la mia metà)
 ti volevo di dirti che mi piace
   quando mi massaggi i piedi,
 ch’è come metterli nella neve,
  o quando rammendi paziente lieve
 il cappottaccio ‘nutile da due soldi
   che col tempo s’è consumato peggio
  della vecchia giacca nera di mio nonno,
   con quell’aspetto brutto o malinconico di certi abiti
  che han coperto un uomo
   ch’ha mendicato almeno una settimana
    nella vita
ti volevo di dire a te che mi piace di
provare a fare insieme un buco nel divano
  per quanto parliam mielosi ‘le volte
   (lo zucchero corrode)
ti volevo dire
che mi piace chiederti mieloso
 posso entrarti dal retropapera?
o solo
 dirti
   che hai una visione un po’ poco cinematografica
  della vita
  e sentirti ridere
e sentirti dire
  è così che ci si innamora: senza tanti fronzoli.

mulliera muliera
 ti volevo solo dire ch’
 ora so,
  mulliera lumiera,
 com’impiegare il tempo mio
  tutt’il tempo della vita mia,
   assumerlo,
     il tempo,
   e dargli il lavoro
di guardare

  (guardare)

  con la faccia in direzione della mia muliera,
  guardarla

  tirarsi giù le mutandine per pisciare

  muovere le mani dentro le maniche del maglione

  camminar via di spalle vers’un paziente terminale

  cambiarsi d’abito smesso

  spostars’i capelli dolce e moresca

  parlare dispersa ininterrotta e santa

  vivere gatta e lupesca

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.