la tivù, la porta, la finestra, la agenda

in questi giorni che non posso camminare spontaneamente, diciamo, me ne sto in casa la maggior parte del tempo. e che faccio?
che faccio?
le solite cose, in realtà.
pratico un molto irresponsabile cazzeggio.
bevo, poco, ché l’antiedemigeno interagisce.
faccio il supercazzone su facebook.
guardo tutta la stagione di una certa serie sul macbook pro appoggiato sulle gambe, una tenuta per aria, l’altra libera.
leggo mattatoio n. 5. colmo qualche sterminata mia lacuna.

ma non guardo la televisione.
strano.
ho fatto mente locale stamattina (certo, sono le due del pomeriggio, ma il mio cervello è giustamente convinto che sia mattina): in un dieci giorni di clausura forzata non ho guardato un minuto di televisione.

soprattutto le sere, che non esco, non me le son trascinate stando nel lettone a spignattare sul telecomando, con il piedone sui cuscini morbidi e candidi. no. mi son scartavetrato gli occhi sul quindici pollici e tre made in cupertino a montare piccoli video, a leggere bozze, a rispondere a mail, a fare il supercazzone su facebook e twitter e friendfeed (certo, friendfeed meno).

ho ascoltato un sacco di musica del mio macbook pro (dovrei proprio farmelo innestare nel culo, ’sto macbook pro, tanto…) e un sacco di radio. e tra l’altro m’ha fatto molto piacere ascoltare anche la vecchia radio catrame19, grazie a strelnik, liv e ‘l sociologo calzolai, tanto che m’è venuta voglia di farla anche ancora, la radio (m’è stato un attimo).

insomma, tutto questo per dire che io, di per me, la tivì, l’ho mandata via dalla porta principale. me ne fotto di vespa, di matrix, finanche di report, e ammetto di non aver mai fatto uso di striscia la notizia e compagnia bella, zelig e tutte le menate da acerebrati. tanto è tutto finto, tutto studiato a tavolino, è tutta fiction, il re è nudo, vedo i mostri, vedo le teste bacate, vedo la rappresentazione, la struttura, il gioco di rimpasto, di rimbalzo, vedo il sistema (forse la cosa che più mi ha straniato di gomorra, il libro, è sapere da saviano che siamo solo noi fessacchiotti a dire camorra, quando invece è il sistema).

e vivo bene.
e vivo meglio.
soprattutto non casco nelle trappole mediatiche dell’agenda quotidiana dettata da un minuscolo gruppo di potenti del globo terracqueo.

agenda è la parola importante di questo post. pure gli anglofoni dicono agenda. pensate un po’. pensateci.

agenda.
ora: ho buttato la tivì; i giornali di carta, no grazie. quindi come faccio a rimanere nel mondo?
eh, ma c’è internèt!

già, uso il feedreader e rimango sul pezzo. peccato che la maggior parte dei pur talentuosi amici di internet non facciano altro, almeno qui in italia, che prendere paro paro la merda passata da i media tradizionali e la rimettono nel piatto dove mangio. basta guardare il “di cosa si parla” di blogbabel, per dire.
insomma, la tivù che ho mandato fuori dalla porta, m’è rientrata dalla finestra.

sarebbe ora che la blogosfera si mettesse a dettare un’agenda diversa da quella mainstream, almeno per chi ci passa un po’ di vita dentro.
non so. forse son troppo ingenuo. di sicuro son troppo ingenuo. non so. è che mi fanno paura la censura, armi di distrazione di massa e le dittature…

ier sera parlavo dei massimi sistemi con un amico molto più intelligente di me e alle due di notte ci siam salutati con un paio di considerazioni finali che vi riporto senza commentare oltre:
1. avremmo dovuto emigrare quando avevamo ventisei, ventòtto, massimo trenta, anni. ora è troppo tardi;
2. i nostri padri hanno potuto comperarsi una casa con una quarantina di stipendi. ‘ noi ce ne vogliono tipo duecento, quindi siamo un quinto più poveri dei nostri padri.
3. la guerra civile è qua da venire e noi che s’è obiettori di coscienza all’uso delle armi da fuoco…

chiudo ’sto pippone, che è già mezz’ora che non faccio il supercazzone su facebook, con un aforisma di maximilien roccam de pasteur:

questo mondo che semplifica tutto (a world for dummies) vale niente niente niente.

che dylan bob sia con voi.

Oh, what’ll you do now, my blue-eyed son?
Oh, what’ll you do now, my darling young one?
I’m a-goin’ back out ‘fore the rain starts a-fallin’,
I’ll walk to the depths of the deepest black forest,
Where the people are many and their hands are all empty,
Where the pellets of poison are flooding their waters,
Where the home in the valley meets the damp dirty prison,
Where the executioner’s face is always well hidden,
Where hunger is ugly, where souls are forgotten,
Where black is the color, where none is the number,
And I’ll tell it and think it and speak it and breathe it,
And reflect it from the mountain so all souls can see it,
Then I’ll stand on the ocean until I start sinkin’,
But I’ll know my song well before I start singin’,
And it’s a hard, it’s a hard, it’s a hard, it’s a hard,
It’s a hard rain’s a-gonna fall.

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.

11 commenti su “la tivù, la porta, la finestra, la agenda”

  1. oh ma che, i commenti?
    :)
    (e se ce li hai da mo’, scusami, ma ormai leggo tutto da facebook ;)

    Ho cominciato a leggere il post e la testa mi andava su e giù tipo cagnolino da lunotto; e continuavo a dirmi – ma anch’io (la radio), ma io pure (la musica dal mbp), macchecoincidenza (i film sul mbp); e dire che io per ora ho tutte le caviglie funzionanti.
    Poi, son arrivata al punto della tv.
    Fratello!
    Io la tv non la guardo da sei anni; per non sbagliarmi non ce l’ho neppure in casa. Mi spiace per Report e poche altre cose, ma sto infinitamente meglio così. E su internet c’è gente come Leonardo, tanto per dirne uno, che non ti riprecipitano dalla finestra l’informazione standard che hai appena buttato fuori dalla porta; e anzi, c’è modo per vedere e sentire cose che in tv non ti faranno vedere mai (uno per tutti, Piero Ricca). Però son d’accordo, di fuffa istituzionalizzata ce n’è ancora troppa. Ma al meglio, comesidice, non v’è mai fine.

    Quanto alle tre considerazioni finali, son tutte vere, e non c’ho altro da aggiungere, purtroppo.

  2. il problema è che le cose di cui parlavo che “esistono in televisione” sono per la maggior parte inventate, o bufale, o insomma cercano di creare allarmi, eccetera, che non esistono nella realtà.
    quello che volevo cercare di dire, ma so mica se ci son riuscito, è una cosa banale e pacifica: se non guardi la tv vivi meglio, non ti stai perdendo niente. anzi.

    (i commenti sono sottoposti ad approvazione solo la prima volta. è una misura antispam, non anti e.l.e.n.a. :O) )

  3. “se non guardi la tv vivi meglio” …
    sono perplessa sugli assolutismi.
    se poi parli di un livello di imbesuimento che non ci permette più di discernere etc etc… beh, può essere però mi pare una posizione snobistica.
    anziché cercare di modificare il mezzo, abbattiamo il mezzo?
    e poi da qui a fahrenheit 451 (the sequel) il passo è breve.

    (maddai! :O)

  4. sulla questione. non mi interessa di abbattere il mezzo. dico che ne faccio a meno, per come è e come è usato ora in questo paese e in questo momento storico.

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