trovare la forza di prepararsi un campari

ma te, ce l’hai no questa sensazione che scrivere un blog ti porti via l’energia per scrivere per davvero? la letteratura, dico, scrivere la letteratura, per davvero, dico.
quest’è il problema.

soluzione 1: anche scrivere il blog è letteratura.
soluzione 2: arse’ (mi parlo da solo) la letteratura è una roba che te non c’entrerai mai niente, quindi il problema non si pone.

niente, è che in questi giorni che sto molto fermo in un posto, una poltrona poang comperata una settimana prima dell’infortunio alla caviglia (che m’abbia tirato la menna ’sta poang demmerda?), dicevo, in questi giorni che sto fermo seduto sdraiato in un posto per molte ore al giorno, inevitabilmente, rifletto.
cosa vuoi che faccia? cosa c’è da fare? cosa c’è da agitarsi?
ti vedo che fai la faccia, riflette, come a dire, ’sagerato (con l’apostrofo).
va ben’, rifletto, ma niente di che, non ti preoccupare. robetta tipo il destino del mondo, la bruttura nella nostra società, la crisi globale, ambientale, da dove viene la vita, se siamo soli nell’universo, l’ipotesi di riemann, l’assioma del continuo, il test di turing, il nome giusto per un figlio o una figlia… robe così.

poi rifletto sul problema là iniziale e propio quando sto per propendere per la soluzione numero due e deprimermi e darmi all’alcolismo, mi arriva una mail di qualcuno che mi dice quanto son bravo e l’energia che avevo una volta quando scrivevo le cosàcce (ed è vero, ho capito cosa voleva dire la mail di cui, c’era l’energia, c’era l’abbandono e molto alcol, devo ammettere, molto alcol, che mi faceva vedere il mondo molto splendente. te hai mai visto il mondo molto splendente? no? povero te).

ed è così che trovo di nuovo la forza di alzarmi, lazzarone, e prepararmi un campari.
un campari per campare.

(questo pòst ha no i commenti perché c’è niente da dire di più. al massimo, se uno mi conosce, sa che preferisco non dica niente e si prenda invece la briga di offrire mi una birra. o anche un negroni. ecco, sì, meglio un negroni. o una birra e poi un negroni. un negroni prima e una birra poi no, che sai la regola. oppure due negroni e non se ne parli più. poi domani. va ben’, stasera salto l’antidolorifico, l’antiffiammatorio e l’eparina e mi faccio tre negroni, tanto più o meno è uguale, no? boh. offrimi una birra. e tre negroni. in quest’ordine. poi basta. poi la staffa. la staffa sì. la staffa no. la staffa sì)

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.