e come ti si scansa
ora ch’hai la pancia
visibile e panciuta
incorruttibile e nerborùta
come ti si evita
ora che anche sei più profonda che larga
che hai come un marte piantato davanti
che mi farei satellite errante come tanti
e ti scatterei un sacco di foto dall’orbita di girarti attorno
cercandone il contatto a colmare il gap
dall’ otto a mezzogiorno
per poi farne una google map
(cosa vuoi che le foto sian fatte per?)
poi forse scriverei un rap
ma solo per far la rima
dire scusa se non ci son arrivato prima
a quest’idea di pianeta che spunta dal nulla
senza piccoli prìncipi sopra
o rose o dentro, o princìpi,
(ma ci vorrà una culla)
che son cose che poi quando han voglia
danno un colpetto,
e di colpo t’accorgi lacrimoso che ci sono per davvero gil ufo
e nevvero c’è un alieno con occhi da gufo
che fluttua senza gravità nel tu’ involucro
lo prende a pugni a testate
sacro
più di qualunque umana inventata religione primavera estate
e allora ti si appiccica
anche per questi ghiandoloni nuovi grossi
che sovrastano il marziano
che a guardarli tutti bisogna fare il giro giro tondo
a toccarli a fondo bisogna premere partendo da lontano
ma sei bella bella
così bella
più bella di tutte le canzoni nuove di capossella
messe assieme
e a cercar dei difetti,
mio sport preferito,
dal mangiare polli e fette di torta come confetti,
a i vestiti gonfi del tuo nuovo look,
se ne trova soltanto uno:
ti cerco ti cerco ma non ci sei mai su facebook