tu ballavi come una dea

tu ballavi come una dea
 e lo dico non per dire che adesso invece no
ma tu, all’epoca, come ballavi!
 come dea e come ragazza
 che io spretato senzaddio senza idoli pagani
già t’adoravo
 e mi piaceva il tuo odore di sudore
t’odoravo
 nel ballare nella notte per le strade tenendoti la mano
scalciando per i piedi
  corteggiandoti per quei pochi desideri occasionali
che mi si palesavano in fronte
 a frotte
 la smania di starti accanto
 sdraiato con un mal di denti accanìto
  un guanciale solo
   a dividere la mia ferita guancia
e il tuo seno prosperoso

quando mi porti ancora a ballare?
 che poi fai quelle facce tue
  disinteressate
quasi niente divertite
 forse concentrate
  magari accartocciate

la verità è che son ben ubriaco
 e in questo verso sopra qua ben
vuol dire buono
 e potrò pure sbagliare i congiuntivi
 (ne ho sbagliati?)
ma l’agitazione alcolica mi impedisce no di saper metter al posto giusto
 i corsivi

poi ti chiedo quando mi porti a ballare ancora?
 mentre mi passa sotto essere soli alle feste di kagasonic
e per la prima volta ascolto per bene il testo
ed è bello e mi riporta a te
 che vorrei che lo ballassi
  lo intonassi
le sere malandrine
 le notti peregrine
e no
 questo pezzo ha no un finale

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.

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