quando vaghi senza meta
di per le vie del barrio
e non sai di dove d’appoggiarti
dove di prenderti e posarti
per le vie del quartiere quasi deserto
della sera vogliosa di notte
senza manco di dei soldi
per entrare in un locale e sorbire un di da bere
quando vaghi e vaghi e vaghi
è lì che di ti accorgi
di de’ pazzi,
gli sbandati, i senz’ un tetto, gli impazziti
i masticati e risputati da
che vagano esattamente come te
e te n’accorgi
ché hanno in fondo il tuo stesso sguardo spaventato
di chi non ha più qualcuno da raggiungere
da incontrare, da nervosamente aspettare
spesso infatti finiscono per parlarsene da soli, cioè a nessuno
oppure tentan di parlare ai passanti che passano, cioè a tutti
e magari scroccano un decino o una sigaretta
ma mentre non puoi fare senza di pensare
una sigaretta è un mozzicone, in potenza
li guardi e lo sai
che la loro solitudine è fittizia
perché è già finita nella lista
delle cose che si son dimenticati
e tu vorresti di parlarci
mica che no
dar loro del fratello
ma no’ ti osi
non lo fai
non lo fai mai
sei troppo preso dai tuoi malanni
oppure hai poi paura di affezionarti e di far danni
e non è che ti dici
io son mica così
ché la pazzia scorre fluida e possente in te
pezzo di skywalker del manicomio rionale
no, è che in effetti c’è
c’è qualcuno che poi arriva
è stato solo un attimo, una piccola finestra di attesa,
poi eccola lì che compare
sciarpa rossa e stivali bassi
eccola nella sua camminata abbandonata ma decisa
al profumo d’ambra e di poesia
eccola la salvezza
dalla tua pazzia