melancholia

il freddo che si insinua nei petali del tuo nome
 è un respiro di sposa, e cadavere,
un incrocio coi semafori rotti, i vigili ciechi,
 shakespeare mezzo nudo coi crampi alla mano con cui scriveva
e tutti gli sguardi imbronciati di bambini nati appena

gli amori senza fine
 finiscono uguale a come iniziano
  in un soffice secondo di tempo
con tutto che
  quel che c’è in mezzo è solo il contorno
 d’ una cena di portata multipla
abbracci tuberosi
gentili chiacchierate
 pisolini sott’ ai pini
e su certe panchine gelide di pietra grigia

scriverne è il solo modo che so
 per restarne vivo e distante
e incensurato

ci sono tragedie non tragedie
e anche i mondi alle volte son non tragici
 magari allergici
  piuttosto pensabili e catartici
 come quando tutti ti festeggiano
tranne l’unica persona che vorresti fosse lì

facciamoci uno scheletro di tenda senza teli
 e dei balli ad occhi chiusi
  ché in tutta la follia di un insolito solito
 aspettiamo
poi magari finisce che ti amo

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.