questo vento

questo vento a 300 all’ora e sotto zero
  spazza via tutte le nubi
  e tutte le nubili
  tutta la notte
  tutta la tutta
rumoroso come in un film dell’orrore
  registrato e visto su videocassetta rovinata dall’umidità
una mattina che ti svegli male
 e scopri d’esser tornato nel novecentottantacinque
 quindi peggio del peggio paura film dell’orrore
ché mica hai 14 anni, no, ne hai i soliti tuoi trentotto
 guarda te che sistema dell’orrore di tornar indietro in nel tempo

e insomma
 il cielo ora è limpido
e le ragazze singole han trovato chi se le sposa
è una giornata così
alle volte,
 delle alle volte
 non ti chiedere perché
la natura fa di queste cose
  apparentemente non correlate
tipo la farfalla scatena uragani
è la teoria del caos, amorino mio
 (che è un modo scientifico per dire che la nostalgia
l’è una brutta bestia)

ci sono cose che tu fai
 e poi dopo anni le pensi
e ne provi nostalgia
 ed è bello
  è un bel modo di finire la sera

ci sono cose che tu fai
  e mentre le fai già lo sai
la nostalgia è lì che ti guarda e ti sorride
 con un grembiule rosa
 e ti dice
  dai, sì, su,
 te lo verso subito il vino bianco col campari

è la nostalgìa quella
  con il grembiule rosa
 l’accento sulla i
  il capire che ci son persone molto speciali
  (di molto di più di te, chetticredi di fare?)
   e la bellezza che mai
  e poi mai
 saprai dire

cose divertenti che rifarem mai più no

quest’è uno di quei cosi-post che scrvo ultimamente, scrivo voglio dire, ché son con una mano sola, ché son padre, cioè uno di quei post con-una-mano-sola, ché nell’altra c’è un’epsilon che sbraita (eh sì, l’ho già pensata anche io la battuta “perché invece prima che eri no padre non scrivevi sempre post con una mano sola? solo che nell’altra c’era una versione 1.0 di youporn.com).
in ogni, caso, in ogni caso, è che evidentemente sto in un momento di sconforto nostalgico e pregno, dico pregno, d’un romanticismo snob e fuori luogo e fuori tempo e fuori da ogni logica e ragionevole e beneamata considerazione di carattere generale su un passato online che mi sembra morto e sepolto, e che mi sembra terribilmente remoto (e invece eran solo 5 o 6 anni fa) e così m’è venuta in mente una lista (mi piacciono le liste) di cose divertenti che non farò, non faremo, mai più (uso il plurale perché queli elencati quissotto son tutti robi cosi collettivi).
ecco la lista, in un disordine qualsiasi (tralascio di accompagnare gli items con descrizioni strappalacrime, ma era solo per dire che ognuna di queste robe ha contribuito pesantemente nel farmi a immagine e somiglianza d’un essere umano degno e gioioso e scribacchiante, ed ho un debito, sì, con tutta quella gentaglia conosciuta di per lì):

  • scrivere per blob-of-the-blogs
  • andare al webbit
  • partecipare a il blog rodeo live
  • aspettare il prossimo meravigliosamente inarrivabile post di arkangel
  • tentare di scrivere l’enne-più-unesimo manifesto del nuovo-di-zecca-inventato-a-tavolino-anarchico-insurrezio-esibizionista-al-gusto-vino-e-ombelico movimento letterario/poetico/narrativo con qualche fratello malcìko
  • tentare di metter su con ingenuo e immotivato entusiasmo una scalcinata web-radio

òkei. ora ognun può, stando solo sul cuor della terra, trafitto, può, può di far la sua di lista, ma prima di andar a poggiare l’epsilon che s’è addormita con un occhio sì e un occhio no, volevo provare a riflettere sul fatto che tutta quella roba lìssu, in cinque o sei anni s’è trasformata in altre robe, che quindi posson poi dirsi figlie di quegli embrioni là. o almeno provo a spararla grossa.

bùm:

  • certi usi incrociati del tumblèro?
  • l’interstizio degli ultimi barcàmpi
  • niente che io sappia (si potrebbe far qualcosa con twitter o friendfeed?)
  • sempre lo stesso aspettare
  • tentare di metter su con ingenuo e immotivato entusiasmo una scalcinata web-tivì

niente. forse a breve partirà tele-catrame19…