imparare l’inglese

caro epsilon,
oggidì siamo stati in un bel bellissimo negozio di cose per prenùneme. le portatrici di pancione. ho detto portatrici, no’ portatori, ché lo so ché ti vedo che mi prendi in giro per la pancia da bevitore, come ti permetti? eh, epsilon? cos’è questa confidenza? ah i giovani d’oggi, non c’è più rispetto.
allora, oggi s’era in questo negozio, c’era una signora molto simpatica, una bella e in forma signora a righe bionde, talmente simpatica che riusciva a dire contemporaneamente “il nero è il suo colore”, “il viola è il suo colore”, “il grigio chiaro è il suo colore”, senza farlo suonare assurdamente falso e accondiscendente.
s’era in questo negozio da due ore due, e dopo che la tua nùnema s’è provata tutto il negozio, tutte le gonne, tutti i pantaloni, tutti i vestitini, tutti i golfini, tutti i cappottini, ha preso a provare tutte le combinazioni, per ogni categoria tutti i colori, nei vari abbinamenti, grigio bianco nero viola, e io ad un certo punto ho cominciato a credere che la nùnema avesse uno scopo più alto di quello di comperarsi qualcosa di comodo da mettere mentre tu giochi al palombaro di tra le sue cosce e le sue tette: ho cominciato a credere che stesse lì, che prendesse quel negozio a esempio, che si stesse propio tutta impegnando a insegnarti i fondamenti della matematica combinatoria. le permutazioni. epsilon. le combinazioni. dati cinque tipi di vestiti, ognuno di quattro possibili colori, quante combinazioni di due capi si possono formare?
va ben’.
e per cercare di lasciarti il tempo di capire bene i vari concetti, ovviamente la tua nùnema una volta indossato un certo abbinamento gonna-camisella s’è rimirata nello specchio per quel quarto d’ora venti minuti. per ogni abbinamento, dico. epsilon, qui è facile, fai la moltiplicazione, ottieni il totale. per darti un’idea del totale, il totale è un numero così grande che per esprimerlo dovrai finire la quinta elementare.
il sole beato lui, nel frattempo, è tramontato.
per fortuna la musica nel negozio era buona. concerto per piano in mi minore di chopin, qualcosa di enya, le sinfonie di dvorak, mina che cantava alex britti, concerto per piano n° 21 di mozart, concerto per flauto in re maggiore di vivaldi, concerto per arpa in si bemolle maggiore di handel, le fughe di bach. per fortuna c’erano delle poltroncine e un tavolino su cui ho preso appunti. per fortuna c’erano delle riviste, “sane e belle in gravidanza”, “nove mesi”, e su una di queste, ricordo no quale, c’era scritto che tra poco la tua nùnema mi chiederà di tagliarle le unghie dei piedi, dato che tu nel tuo scafandro glielo impedirai.
nel caso, ho un solo commento: no way. (impara l’inglese epsilon).
va ben’, come va epsilon? dovresti essere alto venti centimetri, secondo wikipedia.
preferisci mozart o bach? una bella lotta, eh? io, di per andare sul sicuro, ti metto su dylan, hard rain, via.

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.

2 commenti su “imparare l’inglese”

  1. scusate la melassa, ma questa cosa per cui tu marito e futuro papà accompagni tua moglie e futura mamma a provarsi le cose mi fa impazzire. Son cose da donne, e non importa il pancione: di norma, solo un’amica può sopportare l’esplicitarsi della matematica combinatoria vestimentaria che hai descritto tu.

    insomma, qua vi si invidia e vi si adora in pari misura. Tutti e tre. Un bel risultato direi.

    (gran bel pezzo, tra l’altro :)

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