cognizione

cara epsilon, cara ada, a a é i o, a a à a ,
stamane chiedevo alla tua nùnema quand’è che poi faremo tutti i vari corsi principianti e avanzati di teoria e pratica del parto normale (no clinica o piscina o vasca da bagno o in casa o nel bosco o su un taxo o al buio o sotto luci strobo, rosse e gialle o in un teatro o davanti a una webcam in diretta streaming o ascoltando battiato e enya. no, reparto maternità ospedale di ostetricia e ginecologia, semplice).
gliel’ho chiesto perché tutta la mia cognizione sul parto, tutta la mia cultura del parto, tutta la mia partologia, tutto quel che ne so, voglio dire, lo so grazie ai film, a cinema e televisione.
come con la storia della seconda guerra mondiale. tutto quel che so della seconda guerra mondiale l’ho imparato al cinema. per esempio io penso di essere italiano e noi eravamo i buoni, perché gli alleati nostri erano gli americani, che erano i buoni. poi una volta a scuola un professore mi disse che noi eravamo alleati con hitler, ma io mica gli ho creduto. io so che per esempio pearl harbour non è stato lasciato succedere a tavolino dagli americani. no. so del fiero imperatore giapponese, so della stupidità della sorveglianza sull’isola, so di ben affleck che era un bell’uomo già nel 1941.
so che i tedeschi eran tutti psicopatici e tutti nazisti. so che se vai in guerra verrai sicuramente ferito dai nazisti. (questo non lo so dai film, lo so dalle poesie).
così, anche per il parto, quello che so lo so da uno schermo, grande o piccolo. e l’unico piano che ha in testa il mio cervello in caso di rottura delle acque (“rottura delle acque”, cara epsilon, a a é i o, che nome biblico che gli han dato, non trovi?) è cominciare a urlare “qualcuno procuri una bacinella di acqua calda e degli asciugamani”. “puliti”. “grazie”. il mio cervello è educato e tenta di non farsi prendere dal panico.
“respira e spingi” sono poi le altre due cose che so.
poi spesso so che, tipicamente, nasci in un taxi. da cui si deduce che i tassisti hanno sempre con loro ascugamani puliti e bacinella con acqua calda.
poi so che non devi tenere la mano della puerpera, altrimenti te la stritola.
poi so che dopo un paio di primi piani sulla madre sofferente e sudata e qualche piano medio della sala coi dottori mascherati, si sente un pianto e un’infermiera che dice “è una bellissima femmina!” (io lo saprò già, ma tant’è).

insomma, cara ada, a a à a, il mio cervello che è nella mia testa mi dice che forse le cose che so sul parto non mi saranno molto utili quel giorno lì e sta cominciando a suonare degli allarmi cognizione. io ti volevo dire, quel giorno lì, di essere abbastanza veloce, di ungerti con dell’olio o della sciolina e di tenere le spalle strette e di pensare a Klaus Dibiasi.

poi il mio cervello mi dice di ricordarmi di comprare i sigari.

buonanotte epsilon-ada, oggi c’è il sole dopo la neve, l’aria è gelida ma buona da masticare, e la luce è tanta e forte e bella, e tu starai dormendo nel buio della tua grotta fatta di pancia e io ti dico buonanotte.

ps: forse se si può battiato lo metto su. anche gli afterhours mi piacerebbe.

Pubblicato da

arsenio

m'han nomato bravuomo un giorno e da quel giorno io me lo tengo, quel nome. arsenio mi son nomato da solo. eccetera.

3 commenti su “cognizione”

  1. L’acqua calda e gli asciugamani servono per il padre che si sente male e vomita e sviene. Anche “respira”. Forse anche “spingi”, non mi ricordo bene. Ma non preoccuparti, le ragazze se la caveranno benissimo.

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