bràncolo
nel giorno buio e stanco
scìvolo
m’appiglio al ciglio della strada
e svìcolo
vado a stràscico
son bello rotto e stràco
mi scruto giù lo scroto
è un incastro di croste
e quest’inizio d’accròcchio
è la cresta del vizio di questo pezzo
una roba che non c’entra un cazzo
ma suona
almeno a me mi sembra che suona
lo so, a me mi, non
lo so, che suona, non
va ben’, mi sembra che suoni,
eh, senti che bel congiuntivo,
che essa suoni
congiuntivo (presente)
era da un po’ che non ne sentivi, eh?
di congiuntivi,
di la verità
dimmela
(anzi dimmelà)
trallallero trallallà
(niente questa era per la rima)
gentàglia, qui si fa la poesia ossi muore
gentàglia
qui si usan termini desueti
si fan le rime
si allittera a tutto spiano
e si sparan cazzate
sì,
cazzate,
come, non ti sembra poetico cazzate?
robe che si potrebbe evitare, certo,
ma son eterne
immani eterne cazzate
qui si punta all’indimenticabilità
(e trallallero eccetera)
(anzi, ecceterà)
niente, era solo per far veder che ci ho il vizio di forma
poi ora adesso vi metto giù il contenuto
svolgimento
mah,
volevo solo dire che son un uomo medio
non amo gli integralismi
mangio sì i biscotti integrali
ma solo i giorni dispari e non multipli di 3
le canzoni che mi piacciono sono tutte a 120 bpm
in tonalità maggiore
se devo comprarmi tre paia di scarpe oppure una
ne compero due
se sono indeciso di tra due paia di scarpe
ne compero una di un paio e una dell’altro
ma è no un problema
tanto io compero sempre lo stesso modello di scarpe
al massimo di diverso colore
poi
non sopporto quelli che il cognome è anche un nome
tipo massimo mauro
deciditi: ti chiami massimo o ti chiami mauro?
per non parlare di quelli che hanno due nomi e un cognome
che è anche un nome:
tipo, giovanni paolo secondo.
ti chiami giovanni, ti chiami paolo o ti chiami secondo?
va ben’, forse l’esempio è scelto male.
prendiamo lorenzo paolo michele.
esiste.
per non parlare di quelli che hanno nomi che
potrebbero essere maschili o femminili.
andrea carlo maria (è una femmina).
si chiama andrea. e il cognome è carlo maria.
esiste.
enrico guglielma. è mia zia. solo che dice sempre prima il cognome.
ho mai creduto nella salvezza
non siamo angeli in caduta
non siamo donzelle in cima a torri
c’è niente da cui essere salvati
e ho mai creduto nella bellezza
o nella capacità di guardarla diritta in faccia
come bulli di periferia naso contro naso
pronti a darsi di battaglia
sempreché ci siano facce e nasi e battaglia e cosa e periferia
son mai stato un mago in prontezza
ci arrivo sempre tardi
ma ci arrivo sempre
prima o poi
io capisco tutto quel che c’è da capire
anche perché per fortuna
il da capire
è da sempre sempre molto poco
e poi, sapete,
c’è chi nasce spettatore
c’è chi non può far altro che stare a guardare
al massimo fare la figura del lampione
e son destro di sigaretta
me ne son accorto all’imbrunire
dalle dita indice e medio,
macchiate di giallo intenso e per dire
per dire, la mia memoria vacilla sempre più
mi dimentico le cose, quasi tutte,
per dire, oggi mi son dimenticato di fumare
d’altronde io ci ho i miei quarant’anni
e se le femmine a quarant’anni son da buttare
figuriamoci i poeti
è che son un uomo medio
è chiaro
se rinasco voglio esser una birra
che mi bevi in allegria
e mi pisci in compagnia
via