t’ho vista profumata
d’alberi remoti
e perduta
dietro a’ piedi troppo vaghi
mangiarti unghie spesse d’azzurro occhi
ti prenderei in braccio ogni
sole del mattino
ma per solo un poco
dal risveglio
alla bellezza del tuo
sparso movimento
di capelli
celestino
tanto tempo fa nascemmo
fatti di musica comica
e simile
e mi sei rimasta nota
di fra le ottave mie
concave e stonate
poi ti direi
prendimi come zio
del pacchettino di cellule in più
che tieni ‘n forno dentro nella pancia
anche se son rimasto timido blu
d’assenze
bischero e cocciuto
(come sempre)
a vederti grande e viva come albero riempito
da’ profumo melarancia