libere elezioni?

io questa cosa qua che il voto è segreto, io mica l’ho mai capita. mai capita, l’ho.
altro che segreto, il voto deve essere pubblico e sbandierato.
io voglio sapere chi ho intorno.
se uno non vuole far sapere per chi vota, vuol dire che si vergogna, e se si vergogna allora è meglio che non voti proprio.

il voto deve essere pubblico e libero. così posso anche farlo da casa, via internet. basta che ci sia una bella casella pubblica, accessibile a tutti, con nomi e cognomi e su scritto per chi ho votato. basta un siterello.
così, tra l’altro, posso farlo continuamente, dico, posso occuparmi della cosa pubblica tutte le volte che voglio, ogni qual volta c’è da prendere una qualche decisione che mi appassiona o mi coinvolge, e non sono costretto a delegare il mio destino e le scelte importanti per cinqu’ anni (o quant’è) a qualcuno che ho mai visto e tutto il resto (e con tutto il resto intendo che poi non posso mandarlo a stendere se quello poi si fa gli interessi suoi o di qualcun altro che non sia la collettività che l’ha votato).

rivoluzione!

in tempi sospetti no

caro epsilon, oggi è oggi.
a guardar l’orologio, ventidue e cinquantasette, è ancora il 4 novembre.
oggi tutti parlano degli stati uniti. oggi negli stati uniti si va a votare per eleggere il presidente degli stati uniti. gli usa. impara le sigle. impara l’inglese, mi raccomando. e magari anche un po’ di cinese, caro epsilon. e la matematica e le lettere greche.
ne hai di cose da imparare, ma avrai tempo. prenditi i tuoi tempi, mi raccomando.
(vedi che mi sto nùnepapizzando? ho usato già due volte “mi raccomando”)

oggi negli stati uniti la gente va a votare, ma oggi in italia sembra che anche in italia tutta la gente voglia andare a votare. vorrebbe andarci. a votare per barack obama, così si chiama il candidato che piace, quello democratico, blu. sembra che in italia oggi tutti sappiano di politica e tutti parlino di politica, più di quando le elezioni politiche le facciamo in italia. sembra. Continua a leggere in tempi sospetti no

we don’t need no elections

(sogno assurdo, pazzesco, surreale, imbecille, tipo post peperonata)

abbiamo no, bisogno di elezioni
e non solo perché all you need is love,
 ma anche perché le votazioni sono un meccanismo anacronistico e superato.

usiamo la rete come sistema per far emergere le personalità che, politicamente parlando, meritano fiducia.
usiamo la rete per generare consenso
 ‘ scovare gente che impariamo a conoscere ogni giorno, nelle pratiche, che se la meritano, se la conquistano la fiducia.
usiamo tutti i meccanismi virtuosi che si sono instaurati oramai nei social networks.

facciamo che fare politica rientri nell’economia del dono: la fai gratis.

no’ abbiamo bisogno di partiti
 no’ abbiamo bisogno di leaders.
partecipiamo alla vita sociale, alle scelte per i nostri quartieri, per la nostra nazione.
 stiamoci dentro, stiamo in contatto, suggeriamo soluzioni.

io ho no bisogno di guru,
di qualcuno che mi indichi la via,
  che riporti in superficie il bambino che è dentro di me
  (anche perché l’ultima volta che il bambino che è in me è tornato fuori, la notte, dormendo, ho pisciato nel letto)

non voglio semidei da adorare. figuriamoci gli dei. dei laici dei religiosi.
non voglio santi in paradiso. non voglio raccomandazioni.

voglio no delegare.

(poi, qui avevo fatto una roba che era troppo una stronzata, l’ho tolta, era troppo una cagata)